E io pago... (ovvero come convivere con i tycoon).

Vorrei confidarvi un segreto:

Io Internet la pago: si, insomma, ho il mio bel contratto con un server che per il servizio, ogni due mesi, mi manda un bollettino di circa 80 euri.
Su Internet ci faccio tante belle cose: tengo 1 blog, interagisco con voi su DeBaser, ho i miei cari account su 6 Social Network (et similia) e frequento, con una certa assiduità, i siti di almeno 5 Quotidiani (2 italiani, 1 spagnolo, 1 inglese ed 1 americano) online...più, magari, altre amenità che ora non mi vengono in mente.

Tutto questo, anche se posso averne la sensazione, non è affatto "agggratttiss" ma mi costa una cifra ben precisa.

Qualche settimana fa, ho beccato l'amico Murdoch ad affermare che entro un anno tutti i siti dei suoi giornali (ed ad occhio e croce sono tanti) saranno a pagamento perché "Siamo nel bel mezzo di un dibattito epocale  sul valore dei con­tenuti ed è palese che il model­lo attuale non funzioni bene per molti giornali. Noi siamo stati all’avanguardia di questa discussione e siamo fiduciosi di poter trovare un nuovo mo­dello. I giorni attuali dell’Inter­net finiranno presto".

Ora io sono sicuro che il mio amico (come del resto tutti i tycoon, come Silvietto nostro, del mondo), oltre che avere probabili partecipazioni in grosse fette dei Server di tutto il globo, è a conoscenza che: A) Internet già di per se non è gratuita B) i grossi introiti di qualsiasi sito derivano dalle inserzioni pubblicitarie.

Se non fossi sicuro che sia solo avidità (e che la crisi globale dell'editoria cartacea sta provocando grossi stati di anossia cerebrale) il mio essere perfido mi farebbe pensare che l'amico australiano voglia far pagare, ora, un servizio preciso per poi magari avere la scusa di spostare il tiro più in la e chissà dove...

In attesa di questa, annunciata ed ennesima, rivoluzione del web, attendo con impazienza che la stampa ritorni ai caratteri mobili di Gutenberg(h)iana memoria: così, tanto per abituarci a certi passi in avanti.


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