Esperti

Dopo avere svuotato la vescica con fare robotico si ferma per cinque secondi sulla bilancia. Pochi istanti per aspettare che il led azzurro faccia comparire quella cifra che, con variazioni modeste, appare giorno dopo giorno. I neuroni sono così addormentati e pigri che esce dal bagno e, solo dopo qualche istante, rientra con un punto interrogativo di dimensioni assai rilevanti sopra la zucca. Eccolo allora ripetere, con maggiore cura stavolta, l’operazione. Stesso risultato. Incredulo, cerca un riscontro visivo e con foga si tasta l’addome, la schiena, le braccia, la faccia trovando rotolini che ieri mica c’erano. Il battito accelerato la fa sedere sul cesso; si sente scendere un paio di goccie di sudore freddo che gli imperlano il viso e la prima idea, vista la vicinanza con il wc, è quella di spingere. Non ridete: avrei voluto vedere voi al suo posto! Come ho detto, infatti, i neuroni erano ancora lenti.

In Antartide da qualche tempo i climatologi hanno cominciato ad analizzare carote di ghiaccio lunghe tre/quattro chilometri. Questi coni di acqua ghiacciata hanno permesso di tornare indietro nel tempo senza abbisognare della coppia Zemeckis/M.J. Fox, una DeLorean, ed un flussocanalizzatore. Tali chilometrici prelievi conservano al loro interno dati sull'atmosfera di periodi assai lontani. Entrando nello specifico quelle "carote" hanno permesso di analizzare l'aria di 600mila anni fa. Per 599.850 anni le parti per milione di anidride carbonica presenti nell’atmosfera del pianeta Terra hanno subito delle variazioni comprese tra i valori di 180 e 280. Spalmate banalmente in un grafico cartesiano tali dati si traducono in curve assai dolci e progressive. L’analisi degli ultimi 150 anni, tuttavia, crea qualche problema di interpretazione perché è come se al dato delle parti per milione di anidride carbonica fosse stato dato loro un bel calcio nel culo dal basso verso l'alto. Che sia questo il motivo per cui i valori sono impennati fino a sfiorare i 400? Usando un termine più "clean", dal 1850 il grafico si è trasformato in una curva esponenziale.

E’ come se una persona di 75-80 kg, dopo aver subito per un ventennio variazioni da yo-yo comprese in un paio di chilogrammi, un giorno si svegliasse scoprendo di essere ingrassato di dieci. Cena pesante, non c'è che dire! Speriamo che si sia divertito almeno.

La quasi totalità della comunità scientifica è convinta che tale “anomalia” non sia frutto di una serata particolarmente bizzarra e senza freni. Sostengono che in questi ultimi decenni il clima, con una frequenza pericolosa, stia dimostrando di smarrire troppo spesso le marce intermedie passando dalla prima alla quinta senza utilizzare il pedale della frizione (variazioni di temperature repentini, periodi di siccità alternati a precipitazioni concentrate ecc...). Ovviamente le anomalie ci sono sempre state: il problema è che le "anomalie", per essere considerate tali, non dovrebbero ripetersi nel breve periodo. D’altro canto sarebbe stupido negare che v’è una percentuale di scienziati che sostiene con fervore e con dati empirici la tesi della ciclicità delle oscillazioni climatiche.

E’ bene sottolineare che gli scienziati non sono entità divine e l'uomo, come ben sappiamo, è nel complesso assai imperfetto. Ci possono essere grosse differenza all’interno delle macro categorie professionali e gli scienziati non credo che facciano differenza. Federico Moccia, per dire, è uno scrittore; ciò non toglie che devo fare molta fatica per considerarlo un "collega" di John Steinbeck. DJ Alessio ha pubblicato qualche singolo, forse pure un paio di album, e credo che possa definirsi, senza timore di poter essere smentito, un cantante o, peggio, un artista. E’ probabile che molti abbiano conosciuto nel loro iter lavorativo un congruo numero di brillanti laureati sgobbare come dipendenti; è altrettanto sicuro che la maggior parte dello stesso campione si sia scontrata negli anni con un ragguardevole numero di “dottori”, magari dirigenti, capaci di ostentare caprina materia cerebrale unita ad una lingua particolarmente abile. Molto flessibile, calda e morbida, nel saper lubrificare ad arte, parti intime atte alla deiezione. Da buon interista posso affermare, senza timore di essere smentito, che a San Siro ho visto in opera zappatori da due milioni di euro all’anno essere impegnati ad arare a più riprese il campo nel corso di un singolo match di cartello. Per quanto il termine calciatore professionista potesse sembrare una barzelletta, credo proprio che lo fossero: hanno giocato pure in Champions League. Una qualsiasi categoria professionale ha al suo interno un numero esorbitante di sfumature che non permettono la generalizzazione.

Eppure alcuni di noi, se leggono in un articolo la parola "esperti", subito cambiano atteggiamento e tendono inconsciamente a dare maggior credito. A taluni non passa nemmeno per l’anticamera del cervello che ci possano essere scienziati mediocri, raccomandati oppure, molto più semplicemente collusi e figli di puttana. Credo che sia comodo credere alle favole accomodanti che procrastinano il problema o lo risolvono cancellandolo. Perché questo ci permette di dormire molto bene la notte.

Tornando al clima credo me ne fotto dei fumosi e retorici convegni internazionali che non portano e nulla e non vengono nemmeno sponsorizzati dai media. Cinicamente credo che noi ce la caveremo e che il problema diventerà serio solo quando saremo sottoterra, con le orbite piene di vermi. Qualcuno risponderà che tra qualche decennio avremo la tecnologia per poter raffreddare il clima artificialmente. Può anche essere. Quello che mi dà fastidio è che ci prendano per il culo.

La storia dell'oscillazione ciclica del clima, l'esempio di questo editoriale, è un insulto alla mera logica di un bimbo e così vale per molti altri temi politici, economici sui quali ci spacciano verità ridicole; per quanto siano sempre griffate dal santo, intoccabile ed odioso termine "esperti".


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