“What Comes Around Goes Around” è il primo album dei Tuff, dove più o meno sono riusciti a mantenere un line-up definitivo per almeno 4 anni, con Stevie Rachelle alla voce al posto del primo Jim Gillette, con cui, riferendoci ad album, non hanno mai combinato niente di concreto.
Possiamo dire che la discografia di questo gruppo è composta da praticamente soltanto due album, il primo è quello che mi accingo a recensire, del 1991, il secondo è del 1995, “Religious Fix”, che non è altro che il loro disco dell’anno prima, “Fist First” con l’aggiunta di 3 nuove tracce. La storia di questi poveri Tuff, devo ammettere che è veramente sfortunata, sia perché lungo tutta la loro “carriera”, non hanno fatto altro che cambiare i componenti della band, sia soprattutto per gli anni in cui si ritrovarono a suonare: stavano ormai inesorabilmente finendo i Glam Years e un nuovo movimento comincia a prendere prepotentemente posto sulla scena musicale: il Grunge, un fenomeno dilagante, che non lascia spazio a nient’altro, soprattutto a questi 4 ragazzi che propongono il ritorno di qualcosa di super-sentito negli anni ’80 e ormai lontano.
Tuttavia, nonostante la grande sfiga, quest’album non è proprio da radiare e quando ho bisogno di qualcosa che non sia troppo gravoso al mio cervello lo ascolto, perché mi piace la voce di Stevie Rachelle e perché è un genere poco impegnativo, molto orecchiabile e musicale, che definirei pop, se non fosse per il cantante e per le distorsioni, e infatti proprio per questo motivo si è soliti indicarlo col termine Pop-Metal.
Quanto all’album “What Comes Around Goes Around” non è che ci siano molte note da fare, in quanto sul genere musicale in questione non c’è altro da dire. Forse l’unica cosa di cui è bene parlare è la ballata che sta al numero 3 (tra l’altro ho notato che molti artisti mettono la canzone lenta dell’album al terzo brano), che s’intitola “I Hate Kissin’ You Good-bye” di cui è disponibile anche il video, che ha offerto alla band un po’ di notorietà quando girava su Mtv…
Come dal titolo si intuisce, la canzone non è esattamente di quelle dolci e strappalacrime, e l’interpretazione vocale è fantastica, in quanto al ritmo lento si associa una voce arrabbiata e malinconica…
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