Passato Presente non si sa bene cosa sia: parte con alcuni brani "classici" del repertorio dei Diaframma rivisitati da nomi illustri del rock nostrano ma il risultato e globalmente deludente: la Donà non convince con la sua versione scarna di "labbra blu" e sembra quasi svogliata. Max Casacci mette le mani su "effetto notte" e qui c'è almeno il gusto e la classe del subsonico che se la cava di mestiere.
Il peggio della prima parte di questo album ibrido è "siberia" performed by Madaski. Qui la prima scelta poco comprensibile di Fiumani che affida al musicista piemontese anche la parte vocale (e non si capisce perchè isto il risultato) e che pasticcia una versione dance di serie B quasi come se fosse un ragazzino che smanetta per la prima volta con qualche programmino per pc.
La seconda parte del cd vede Fiumani con la sua band rivisitare altri pezzi del suo catalogo e non si capisce bene perchè visto che non si discostastono granchè dalle versioni originali. "blu petrolio" l'unica rinnovata musicalmente si trasforma in un reggae scialbo che fa rimpiangere non poco l'urgenza espressiva che trasmetteva l'originale contenuta nel mitico "boxe".
L'album si chiude con quattro inediti dove si staglia la superba "ho te" che ci ricorda che Fiumani sa scrivere canzoni memorabili. A dir il vero bisogna ricordare anche "giovanna" bella grintosa e ispirata. Stessa faccia della stessa medaglia è "new wave" che a dispetto del titolo è un divertissement di quelli che ormai il musicista fiorentino propina ad ogni disco e che probabilmente diverte solo lui.
"Passato Presente" rappresenta bene con i suoi pregi e difetti la parabola artistica di Fiumani, talento limpidissimo che a volte si è rovinato con le sue stesse mani scippandosi la possibilità di diventare qualcosa di più di una figura certamente importante ma pur sempre di culto. Riesce veramente difficile capacitarsi che chi ha scritto "tre volte lacrime", "verde" o "caldo" sia lo stesso che qui si cimenta con "tre allegri ragazzi".
Aspettiamo il prossimo disco fiduciosi che il nostro poeta eroe sappia ritrovare la vena creativa che lo ha reso grande.
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