Un concerto unplugged ha sempre qualcosa di magico. Parlo dell'atmosfera.

Intima e amichevole, dedita ad un silenzio di mistica attenzione, lontana anni luce dalla caotica folla di un mega concerto. Pochi applausi soffusi e spezzati dalla luce di qualche candela e dalle voci e chitarre acustiche messe in risalto. Ma parlo anche della musica, che risulta magicamente in risalto: nulla lasciato al caso, neanche studiato. Tutto vien naturale, elaborato e perfetto nella sua semplicità.

Un unplugged è un evento che definirei quasi unico nella sua bellezza. E non parlo di generi o altro, ma qualunque gruppo si è cimentato in questo sublime spettacolo, ha sempre creato qualcosa di veramente ammirevole: Eric Clapton, i Nirvana (in un concerto quasi sintomatico della fine di Cobain..).

Bryan Adams credo che sia uno degli artisti che ha l'anima più acustica che rock: una voce roca ma calda, semplicemente bella, espressiva ma gioiosa in ogni canzone. e le sue canzoni si sposano a meraviglia con un concerto Unplugged. Le sue composizioni rendono come poche in uno spettacolo del genere. E tutto quasi cambia: una canzone ritmata quale "Summer of '69", allegra, diventa dolce e a tratti malinconica, direi nostaligica, nessun altro artificio è presente: due chitarre acustiche, un piccolo drum set, e questa canzone decolla sublilmente. E finita la prima piccola magia, "back to you" riprende l'atmosfera goliardica che ci si aspetta dal singer canadese. Se cercate un ascolto complesso, andate altrove, perchè la semplicità di certe canzoni rasenta il capolavoro, e la nuova versione acustica le illumina di nuova bellezza.

Per non parlare di "Cuts like a knife", classico di Adams. La voce di bryan è come al solito è ricca e forte, non potente sicuramente, ma incredibilmente efficace, mentre un banjo ricalca la melodia della canzone, unito ad un flauto. "I'm ready" comincia a farci sentire la vera anima di certe canzoni: è palpabile ora la vera intenzione di una canzone come questa, accompagnata da una piccola sezione di archi. Le canzoni d'amore sono un marchio del canadese, e si sente. "Fits ya good" incrementa l'atmosfera dolce e sentimentale che si è ormai creata, e "When you love someone" la consacra definitivamente, facendo scappare qualche lacrima a chiunque. Ho sempre amato lo stile di Adams, e definirlo un cantante è abbastanza riduttivo, visto la larga gamma di emozioni che può realmente suscitare, e non sto esagerando, perchè questo semplice concerto ne è la testimonianza più pure.

"18 till I die" riporta un atmosfera più giocosa, ma sempre suggestiva grazie alla sezione archi che impreziosisce il brano. "I Think about you", dalle sonorità e dal ritmo quasi country, è allegrissima e divertente da ascoltare. Sinceramente ho ascoltato veramente dei gioielli finora, ma sinceramente credo che il meglio debba ancora arrivare. Un piccolo medley contenente contenente "If ya wanna be bad-ya gotta be good" e "Let`s make a night to remember" ci porta alla ritmata "The only thing I want". Preludio alla gemma finale è "A Little Love". Ed ecco forse la canzone che mi ha colpito di più: carica di una malinconia ma allo stesso tempo di un'amorosa felicità, "Heaven" rappresenta la gemma di questo unplugged. Un intro arpeggiato, una voce quasi sofferente, pochi accordi ed è magia. Meraviglioso il ritornello sussurrato. "I'll always be rigth here" chiude egregiamente questo splendido concerto, in un finale da brividi e circondato da un silenzio di ammirazione e di attenzione.

Sinceramente considero questo disco un capolavoro, denso di emozioni e di sentimenti incredibili. Non immaginavo che una chitarra acustica potesse creare tanta amgia. Uno dei miei preferiti, per intensità, per atmosfere ed emozioni, nulla ho mai trovato che potesse competere con tale bellezza.

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