“Marta Sui Tubi” al Circolo degli Artisti 22/09/2006
In occasione della manifestazione “Enzimi” al “Circolo degli Artisti” dopo un’esibizione in sordina di Riccardo Sinigallia accompagnato solo dal fratello ed una sonnacchiosa (ma bella, per carità…) performance dei “Non Voglio Che Clara” finalmente attivano i Marta Sui Tubi ed una sala che dovrebbe essere più piena esplode tra gli applausi.
Loro, c’è da dirlo, partivano molto carichi viste le date che gli hanno annullato a giugno e così giù da “Via Dante” si capisce che sarà un concertone, il pubblico lo sa e loro suonano come fosse l’ultima data della loro carriera.
Si prosegue con “Cenere” e “Muscoli e Dei” in cui le incursioni chitarristiche a fine pezzi li rendono incredibilmente ballabili, e fanno fare quasi impropriamente su e giù alla testa complice anche un Ivan alla batteria veramente fomentato.
“Il Giorno del Mio Compleanno” fa un po’ sbizzarrire Giovanni con i suoi effetti, molto più contenuti rispetto al solito e precede una “Volè” veramente ispirata e cantata quasi interamente da Carmelo (ma come si fa a cantare mentre si suona così ?). Finalmente ecco “Vecchi Difetti” e dalla platea si alza un coro che accompagna il trio per tutto il bellissimo pezzo.
La band gioca e scherza col pubblico, anche a causa di qualche problemino tecnico ad una chitarra che costringe Carmelo a cambiare le accordature sempre alla stessa, comunque si arriva a “Sei Dicembre” ed all’“Abbandono” in cui si vede anche qualche accendino ad accompagnare il brano.
Si arriva al break con “31 Lune” poi ringraziano e se ne vanno per tornare dopo un cambio di maglietta per l’“Equilibrista” e “Post”, pubblico in delirio e loro che se ne vanno veramente (purtroppo). Il live è stato un esempio di come si fa un concerto, di come si tiene il palco e di come si coinvolge il pubblico (c’è stato anche un simpatico siparietto in cui si è intonato “applausi per Tubi”), la bravura tecnica del trio è fuori discussione, ma l’entusiasmo che mettono nell’esibizione è quel qualcosa che li rende speciali e che allarga un pubblico che ancora non è vasto come dovrebbe.
“Nello spazio che adesso riempi c’è
succo acerbo di densi silenzi che
colleziono da tempo come schegge d’inferno
vecchi difetti”
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