Il 1979 fu l'anno nel quale videro la luce, tra gli altri, tre capisaldi assoluti della musica inglese: l'epocale "London Calling" dei Clash, il monumentale "The Wall" dei Pink Floyd e l'inquietante "Unknown Pleasures" dei Joy Division del tormentato Ian Curtis.

In un momento di tale fermento fecero la loro comparsa sulla scena britannica i Madness, che con il loro album d' esordio "One Step Beyond" si fecero paladini della riscoperta dello ska nel Regno Unito, affiancati da altre band come gli Specials, riportando così alla ribalta un genere sbarcato da quelle parti durante gli anni '60.

L'intro del disco mette subito in chiaro le cose e ci avvisa che nei prossimi 39 minuti verremo travolti dal nuovo "heavy heavy monster sound" dei ragazzi di Camden. Pochi secondi e la scatenata titletrack toglie ogni dubbio: ritmo travolgente, con organo, basso e sax sugli scudi per una micidiale scarica di energia della durata di poco più di due minuti di ska allo stato puro. Ma questo non è che l'inizio: le successive 14 tracce (c'è anche "Madness", brano non riportato sul retro del cd ma presente all' interno del booklet) viaggiano anch'esse a mille all'ora, con un sound piuttosto atipico, caratterizzato soprattutto dall'ottimo lavoro alle tastiere di Mike Barson.

Tra gli episodi più interessanti vale la pena ricordare "Tarzan's nuts", ipnotica strumentale anticipata da un divertente intro parlato, le scanzonate love songs "Believe Me" e "My Girl", la già citata e semi-nascosta "Madness" e "The Prince". Nei testi prevale l' ironia, perfettamente in sintonia con le atmosfere "pazze" create dalla band, la cui musica si presta come poche altre al ballo.

"One Step Beyond" non mancò di suscitare clamore all'uscita e contribuì a lanciare a Londra la moda ska, caratterizzata da completi eleganti, cravatte e lambrette, oltre a consegnare alla storia musicale una delle immagini di copertina più celebri. In conclusione, si tratta certamente di un album molto godibile, magari non tecnicamente raffinatissimo, ma comunque spensierato e capace di divertire per tutta la sua durata.

Un esordio da 4 stelle.

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