Nelle note di copertina si definiscono "Native American Drone'N'Roll" e intitolano il loro primo album "Passover" (termine americano per la Pasqua ebraica). Se aggiungiamo che vengono dalla lisergica Austin nel Texas, non possono non venire dubbi sulla sanità mentale dei Black Angels.

Se ci siano o ci facciano non mi è dato saperlo, ma a sentire queste 10 tracce, di musica Klezmer, indiani d'America o dei Sunn O))) non ve ne è traccia. Quello che fuoriesce dalle casse più che una Pasqua è un'epifania. Un'epifania di scorie acide di matrice 60's decisamente affascinante. E se la Pasqua c'è, al massimo è la "Pasqua Ovunque" dei 13th Floor Elevator.

Non solo i conterranei ascensori quali numi tutelari, ma anche una buona fetta dell'iconologia istituzionalizzata dei 60's più sballati, la staticità ipnotica dei Velvet soprattutto, e velati rimandi alle derive spaziali dei primi Hawkwind.

Encomiabile l'abilità di questi 5 giovinastri nel forgiare un suono monolitico, forse un po' monocorde per alcuni, ma che dona uniformità d'intenti invidiabile a questa prima prova. Difficile estrapolarne i brani migliori, il livello medio è eccelso, e gli scarti qualitativi minimi. Di sicuro impatto "First Vietnamese War", che parte dal Vietnam e arriva all'odierna guerra in Iraq, avvalendosi di una chitarra elicottero e un'inquietante sottofondo d'organo. Da citare anche l'andamento indiano con cantato declamatorio alla Julian Cope di "Manipulation", o l'armonica blues, con strani rimandi a gruppi come gli Opal, di "Bloodhounds On My Trails".

Ad ammantare il tutto di un'aura austera e aliena contribuiscono non poco la voce del cantante Alex Maas, versione maschile della prima Nico, e il drumming minimale alla Maureen Tucker; emblematiche in questo senso "Empire" e "Sniper At The Gates Of Heaven". E poco importa se il giro iniziale di "Prodigal Sun" ricorda fin troppo "Brainstorm" degli Hawkwind, di carne al fuoco i ragazzi ne mettono tanta e tutta di ottima qualità, segno che nei 60's di Musica Geneticamente Modificata non ve ne era ancora fortunatamente traccia.

Non preoccupatevi se alla fine dei 10 min. di "Call To Arms" i fantasmi velvetiani si faranno carne, la negromanzia musicale non è ancora reato.

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