"Gilded by the Sun" rappresenta l'esordio discografico dei Fire + Ice, entità musicale partorita dalla mente visionaria di Ian Read, noto nella scena neo-folk per aver collaborato con gente del calibro di Sol Invictus e Current 93.
Come prevedibile, ci troviamo innanzi ad un caposaldo del genere, anche se l'etichetta di folk apocalittico sta indubbiamente stretta ad un artista libero e non convenzionale come Read. Se la sua carriera verrà improntata su un folk evocativo dai forti riferimenti alla cultura pagana, alla mitologia nordica e molto aderente agli stilemi della tradizione popolare, in "Gilded by the Sun", uscito nel 1992, l'oscuro folletto sembra voler dare sfogo a tutte quelle pulsioni artistiche che non gli era stato adito esprimere in seno alle esperienze precedenti. Fermi restando un'identità forte e ben definita ed uno stile canoro inconfondibile, questa sua opera prima ci appare la più varia e ricca di sonorità della sua carriera, ed in essa si possono individuare tre filoni stilistici ben distinti.
Vi sono anzitutto le immancabili ballate senza tempo che costituiranno il motivo principe della successiva produzione discografica, e la più degna rapprasentante ne è indubbiamente la bellissima opener "Long Lankin", un folk malinconico e visionario che marcia all'incedere poetico di un giro di chitarra che sembra uscire dritto dritto dalle mani di Douglas P. Vi sono poi le oscure parentesi rituali, come "Ljosalfar", sorretta da un imponente organo, in cui la voce filtrata di Read troneggia titanica come non mai, e la conclusiva "Long Lankin Threshing", una oscura invocazione in cui il canto visionario di Read si scontra con fraseggi industriali e squarci rumoristici come succedeva ai tempi dei Sol Invictus.
C'è spazio, infine, per pezzi che potremmo definire più canonici, pezzi orecchiabili, ma di indubbia bellezza, che risultano riconducibili al più ampio calderone dark-wave, ma senza smorzare l'atmosfera epica ed al tempo stesso decadente che aleggia per tutto l'album: e così la travolgente "Fire Above", sorretta da una solida drum-machine e da una frizzante chitarra elettrica, va ad emulare il rock dei Cult, mentre la spendida "Blood on the Snow" si fregia di pompose tastiere e di ammalianti vocalizzi femminili che vanno a tingere l'opera di uno struggente romanticismo che per niente collide con i toni apocalittici dell'album.
Se la qualità dei singoli episodi è eccelsa, si avverte però una scarsa compattezza a livello stilistico e concettuale, cosa che invece caratterizzerà gli sforzi successivi del Nostro. Un'altra nota di demerito va purtroppo alla produzione, piuttosto approssimativa e non senza sbavature. Ma a farci storcere il naso è la performance vocale dello stesso Read, che, se da un lato ci regala grandi emozioni con la sua interpretazione come sempre sentitissima e ricca di pathos, dall'altro è in grado di irritarci a più riprese con delle mostruosissime stecche che avrebbe potuto benissimo risparmiarci. E questo per me resterà per sempre un mistero: fin dai tempi dei Sol Invictus e dei Current 93, Read riesce a tratti a farsi passare per un virtuoso, mostrandosi capace di tessere bellissime trame vocali che altri non-cantanti come Wakeford, Douglas. P. e Tibet non si sognano nemmeno. Eppure, il momento successivo, il buon Read ti fa degli scivoloni così terribili che nemmeno il peggiore dei dilettanti sarebbe in grado di emulare. La musica dei Fire + Ice, ad ogni modo, è musica spontanea e senza troppi fronzoli, musica che scaturisce direttamente dal cuore, e per questo le imprecisioni non costituiscono certo motivo di bocciatura. Rimangono a mio parere il rammarico e l'amarezza per l'occasione perduta, per il capolavoro mancato e che avremmo oggi fra le mani se si fosse prestato un briciolo di attenzione in più durante le registrazioni. In questo "Gilded by the Sun", infatti, troviamo splendide gemme che rimarrano fra le cose migliori combinate in casa Fire + Ice, come, per esempio, la già citata "Blood of the Snow", che finirà a pieno diritto fra i classici inossidadibili della formazione.
Se amate il folk apocalittico, e non siete dei patiti del perfezionismo, questo è un tassello indispensabile che dovrete aggiungere senza esitazione alla vostra oscura collezione.
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