Seven deadly sins
Seven ways to win
Seven holy paths to hell
And your trip begins

Seven downward slopes
Seven bloodied hopes
Seven are you burning fires,
Seven your desires...

Questa e' la quarta Recensione di questo Disco, avevo promesso di non far doppioni (oddio un paio me ne sono scappati, ma uno era necessario e l'altro inconsapevole..) ma questa e' un'occasione particolare...

Avevo anche promesso che non avrei fatto recensioni sui Maiden (mio gruppo preferito) sia perche' ce ne erano gia' troppe sia, per il bene che provo per loro, per non esporli (loro, non io, di espormi mi importa poco o nulla..) alla solita sassaiola di insulti piu' o meno gratuiti (lo so risulta patetico il mio atteggiamento, ma glielo dovevo)... ma e' un'occasione particolare...

Infatti questa mia XV recensione e' anche l'ultima che pubblichero' su DeB, sian ben chiaro non e' una fuga, ma negli ultimi giorni dopo qualche discussione avuta in questo Meraviglioso Sito, mi e' apparsa l'ipotesi che la mia funzione qui sia esaurita, so che probabilmente lascero' tracce in pochi di voi ma mi piace pensare che in questi mesi passati insieme qualcosa di mio son riuscito a trasmetterlo, come del resto voi (tutti, Editors, Utenti e anche gli Anonimi suvvia...) siete riusciti a fare con me, arricchendomi molto.

Questo secondo me e' il miglior modo per discutere di Musica di Cinema di Arte e in fondo di noi stessi, in piena Democrazia.

Ringrazio Tutti quanti, senza far liste, tanto le persone con cui piu' ho interagito sapranno sicuramente che sarebbero state presenti in qualsiasi eventuale elenco e so che con loro non ci perderemo di vista (almeno telematicamente).

La Recensione... allora, tanto e' stato detto sui Maiden.. molti pensano che dopo l'81 non abbiano detto nulla di buono, che Dickinson non sia un buon cantante, che oramai son pronti alla pensione... e molti pensano l'opposto di quello appena detto, io ovviamente faccio parte del secondo gruppo e questa appartenenza mi ha spinto sempre a difenderli ma vorrei chiarire che da grande Fan son sempre stato anche il loro primo critico, infatti mi risulta difficile salvare qualsiasi loro disco dei '90, so benissimo che la Reunion del '99 aveva soprattutto motivazioni economiche, so che in 30 anni di carriera hanno cambiato pochissimo il loro suono, so che la loro Iconografia potrebbe risultare pacchiana ai piu'.. ma detto questo mi piacerebbe chiedere a chi non capisce come si possano ancora apprezzare nonostante i terribili difetti appena detti se l'Amore per un qualcosa debba essere sempre motivato da ragioni obiettive o se piu' spesso sia appunto quella incoscienza dovuta a motivazioni quasi mistiche e soggettive a spingerci avanti con le nostre passioni, vorrei chiedere a chi pensa che l'importanza di un gruppo derivi solo da motivi tecnici e storici se invece non sia meglio per una volta ragionare con un valore assolutamente intrinseco alle nostre singole sensibilita' e cioe' quello che nasce da pensieri, emozioni, ricordi...

Ecco, questo voglio dire...

Posso anche raccontarvi che l'Album in questione,pubblicato nell' '88 e' tra quelli che maggiormente hanno influenzato la nascita del Prog Metal (a det ta degli stessi musicisti) della decade successiva, che e' prodotto in maniera raffinata da forse l'ultimo grande produttore della sua generazione e cioe' quel Martin Birch, collaboratore in "Made in Japan" dei Purple per esempio, dirvi che e' un Concept che narra la storia di un ragazzino nato per decidere le sorti del mondo...

Oppure potrei insistere sul valore epicheggiante delle composizioni che come una strada tortuosa passano dalle loro leggendarie cavalcate ("Infinite Dream") a insoliti arpeggi di chitarra ("Seventh son of a Seventh Son"), con la voce di Dickinson sempre incredibilmente sospesa tra Urlo e Sussurro ("The Evil that Men Do"), che vanno da sonorita' molto poco orecchiabili ("The Prophecy") a stupefacenti richiami ad un Metal piu' easy-listening ("Can i Play with Madness") il tutto in poco piu di quaranta minuti, durata di questo dischetto arcano che ha il potere magico di aprire le porte (almeno quelle di casa mia..).

Invece vi raccontero' di un ragazzino timido, che tra pare proprie e bulli di turno (si, il bullismo esisteva anche nell' '88, solo che non c'erano i videotelefonini a riprendere), la sera trovava riparo in un mondo nuovo dove veniva introdotto da cinque persone cosi' anti-star e cosi' comuni negli atteggiamenti da apparirgli simili a se tanto che spesso gli sembravano non RockStar ma Zii premurosi sempre pronti a portarlo via dalle brutture.

Il Tempo e passato, le pare di allora sono state sostituite da altre nuove di zecca, di bulli non ce ne sono piu' (anche perche' quel ragazzino ora e' un omaccione barbuto di 190 cm e quasi 100 chili), la timidezza c'e' ancora ma piu' controllata e comunque conservata come un piccolo gioiello in mezzo ad un mondo pieno di Grida Inutili e con essa conservo questo disco, potente e riflessivo, epico ed introspettivo...

Da Ascoltare ad alto Volume...

Seven deadly sins
Seven ways to win
Seven holy paths to hell

Seven downward slopes
Seven bloodied hopes
Seven are your burning fires
Seven your desires...

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