Ci troviamo spesso a girare a vuoto cercando qualcosa che ci soddisfi, è un pò come in quei pomeriggi nebbiosi dove non sai mai se vale la pena uscire di casa o rassegnarsi all'inquietante invadenza delle pareti domestiche che cominciano a parlarci proprio quando non ne sentiamo il bisogno.
E' appunto settembrina questa terza fatica degli inglesi Athlete che nonostante scomodi paragoni fatti sul loro passato vanno avanti per la loro strada e portano una nuova evoluzione nella loro gia' interessante carriera.

"Beyond the Neighbourhood"  è infatti un album diverso rispetto ai due precedenti, fin troppo vicini a certe sonorità BritPop (c'è ancora qualcuno che lo chiama "Indie"?) e svelano un'interessante infatuazione per un'elettronica si ammiccante al Pop Sintetico (ed era inevitabile che succedesse) ma terribilmente elegante dove la convivenza con un ambiente comunque "chitarroso" (sono in vena di neologismi... scusate...) che è ben presente, non è per nulla forzata e anzi riempie quei vuoti che altrimenti sarebbero occupati dalle pareti domestiche di cui parlavo prima (un giorno vi spiegherò pure questa...).

Malinconia dunque è la parola d'ordine ma d'altronde non è questa la famosa "English Way" di cui qualcuno parlava qualche annetto fa?

Ma non confondetemi... "Beyond the Neighbourhood" mica è un album supinamente triste anzi è vitale, lo spleen è assolutamente compatibile con la vita in questo caso e canzoni come "Hurricane" e "In the Library" son li a dimostrarlo, ritmo e ricerca intimista  a braccetto insomma... non è tremendamente autunnale tutto questo?

Quello che più stupisce di questo bravissimo gruppo resta però l'abilità nel navigare nel convenzionale senza però farsi mai attirare nelle secche dell'EasyListening più stucchevole dimostrando una maturità artistica anche nell' ammiccare al mondo radiofonico che è veramente rara tra i loro connazionali di questo inizio secolo (ascoltate "The Outsiders" per farvene un' idea), a mio parere questa è l' ennesima conferma che non occorre per forza essere cerebrali e aconvenzionali a tutti i costi per creare qualcosa di veramente interessante, un suggerimento insomma ad analizzare bene le vie semplici prima di cuocersi troppo il cervello.

Romanticismo e Melodia fanno il resto e all'incipit di "Second Hand Stores" ("Let' s fall in Love again...") un sorriso accondiscendente a perdonare certe ingenuità, capendo che nascono dalla sincerità di chi dello spirito romantico ha fatto una ragione di vita, nasce spontaneo ed è piacevole scoprire che non è poi tutto nebbioso l'ambiente che ci circonda e se si guarda bene la luce è proprio sopra noi, benevola e consolante, che nasce da un' intensità che gli Athlete riescono a mettere in ogni singolo pezzo e poco cambia se a dominare sia l'elettronica pura ("In Between 2 States") o il piano elettrico ("Tokyo") il risultato è sempre morbido e avvolgente...

 ...e c'è poco da stupirsi se ci si ritrova a mettere a bollire dell'acqua per fare il Thè in modo inconsapevole perchè mai azione può venire più naturale, per un attimo le pareti se ne stanno zitte, ammutolite dalla cortese Arte di Pott & Co. che non ha bisogno di suoni invasivi per farsi notare, entra bussando e difficilmente esce...

Ancora un su e giù emozionale ad accompagnarci insomma,  le Domeniche pomeriggio ringraziano e anche qualche Mattina uggiosa...

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