Stra-piratato, illegalmente acquisito, UPHO (Unidentified Provenance Heretic Object), anteprima non concessa. Vedetela come volete, ma nel mio computer stanzia bel bello il nuovo lavoro dei Mars Volta!
Sapeste come sono contento! Uh, l'attesa stava diventando insopportabile, non potevo farcela a resistere fino al 28 gennaio (data di pubblicazione ufficiale), e sapendo che c'è sempre qualche furbone che va in giro a rubacchiare materiale in anticipo, non mi sono lasciato scappare l'occasione. E' stata una lunga ricerca, ma alla fine l'ho trovato, e in men che non si dica me lo sono sparato sul fidato Uindos Media Pleier.
Ora, mentre la polizia e i Mars Volta in carne ed ossa vengono a cercarmi per spaccarmi di botte, posso annunciarvi la mia sincera consolazione nel sapere che, dopo un album iper-meraviglioso quale Amputechture, ritrovo un'energia sconfinata in The Bedlam In Goliath, la nuova "magnum opus" del gruppo.
Il precedente disco aveva fatto storcere il naso ad alcuni, a causa di un cambio di stile abbastanza accentuato, dando più rilievo all'heavy che alle atmosfere psichedeliche/progressive. Io, personalmente, l'avevo visto come un grande balzo in avanti, poiché De-loused in the Comatorium e Frances The Mute mi piacevano sì, ma in alcune parti andavano perdendosi, e scendevano di tono molto spesso.
Con Amputechture abbiamo assistito al primo capolavoro dei Mars Volta che, incattiviti e decisi quanto mai prima, hanno dato vita a uno dei pochi dischi moderni che, dopo 70 minuti d'ascolto, ti lasciano ancora con la bavetta alla bocca. Amputechture era quindi un simbolo di evoluzione e innovazione, in cui i Mars Volta si erano tolti le catene per darsi ad un'energia superiore.
The Bedlam In Goliath parte quindi su una strada asfaltata: il nuovo stile del gruppo funziona, alla grande. Non resta che, dopo l'esperimento (che è molto più di una mera prova), buttarsi a capofitto nella sfrenatezza che questo sound permette. Lo ripeto, anche cento volte se serve: penso che in questo stile i Mars Volta trovino davvero loro stessi, è il LORO stile, da adesso finalmente inconfondibile.
Cedric Bixler Zavala sfrutta la sua voce davvero come si deve, il geniale chitarrista Omar A Rodriguez-Lopez supera sé stesso, gli altri componenti svolgono il loro ruolo sempre magnificamente: basso, batteria, tastiere... finalmente è tutto al suo posto. Niente può fermare questa band strepitosa, oramai nell'Olimpo della mia collezione "moderna".
Come segnalarvi un brano in particolare? "Metatron", "Cavalettas", "Agadez", ma non avrebbe senso, perché sminuirebbe la grandezza di tutti gli altri brani. Datemi retta, è molto più semplice abbandonarsi a questo orgasmico tour-de-force, intriso di psichedelia ma anche di tanto sano, buon vecchio hard rock.
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