"Torno da voi, ora, al mutare delle maree" Gandalf il Bianco (N.d.R. citazione che non c'entra un cazzo ma che piace tanto a noi ggiouvani... come certi ritornelli)

Che i Maiden sian il più gran gruppo della terra mi è provato dal fatto che, mediamente, i loro fan son più felici di quelli di qualsiasi altro gruppo... o almeno i sostenitori della Vergine di Ferro non passano il tempo, come fanno gli altri (e soprattutto i detrattori) a cercar di metterselo nel culo (ma solo dialetticamente, a onor del vero) a vicenda. Mi spiego: il sottoscritto è convinto sostenitore del fatto che per metter fine a qualsiasi integralismo religioso (qualsiasi, ho detto, nessuno escluso: dalla "A" di Arabia Saudita alla "V" di Vaticano) gli unici bombardamenti utili sarebbero quelli a base di materiale porno. L'immagine del talebano (ma se preferite pensate pure ad un cardinale di Santa Romana Chiesa) che dice fra se e se: "mica sapevo che si poteva fare pure così" invece di elucubrare (si dice?) nuove tattiche d'offesa (dialettiche o anatomiche che siano) mi rende sicuro di quel che dico.

Se fate uno sforzo (e neanche tanto grande visto che siete tutti più intelligenti di chi scrive queste parole) non potete non trovare parallelismi inquietanti tra i vari integralismi e quindi pure in quelli di stampo musicale (meno aberranti ma di certo fastidiosi). Da qui il mio consiglio: smettete di mettervelo nel culo dialetticamente (quanto male vi ha fatto certa critica sofistica!) e scegliete l'Ammorre. Ascoltate i Maiden!

A questo proposito mi permetto di segnalare un'iniziativa della simpatica rivista d'oltre Manica "Kerrang!": un bel cd, in omaggio al numero del 19 Luglio scorso, contenente una serie di cover maideniane eseguite da 15 gruppi, di importanza, storia e sottogenere vari a seconda dei vari casi, appartenenti al mondo Metal.

Come dicevo i nomi coinvolti sono eterogenei ed è questo il valore intrinseco al progetto: mettere insieme gruppi storici come Metallica, Dream Theater, Machine Head insieme ad altri decisamente meno noti è sempre una cosa stuzzicante per la curiosità degli appassionati (che siano felici maideniani o tristi detrattori poco conta: penso la cosa sia appetibile a tutti) sia per motivi d'immagine, certo, ma anche musicali, visto che, penso, nessuno tenga a far brutta figura: soprattutto quando si parla di canzoni di un gruppo così noto ed importante come quello di Harris & Co.

Questa cosa viene confermata anche dalla lettura della scaletta, dove si presentano classici ma anche, come vedremo, pezzi decisamente meno noti e devo dire che solo questa cosa mi fa dare un buon giudizio, a prescindere dall'ascolto, all'operazione.

E ora, Popolo di DeBaser, vogliate scusare l'inevitabile Track by Track:

 
"Maiden Heaven, A Tribute to Iron Maiden"

"Dal loro modo di relazionarsi verso i loro fan, passando per le copertine dei loro dischi, per i loro palchi, per la loro presenza dal vivo, per le loro foto-qualsiasi cosa facessero era più fica di qualsiasi fatta da altri" Lars Ulrich (Metallica)

 

"Prowler" (da "Iron Maiden", 1980) eseguita dai Black Tide: I quattro giovani americani propongono una versione abbastanza fedele all'originale solo un pelo più patinata, ma non è necessariamente un difetto. Fedeli alla Linea.

"Remember Tomorrow" (Da "Iron Maiden", 1980) eseguita dai Metallica: Sentita e coraggiosa l'esecuzione, dei Quattro Cavalieri, di questo classico, suonato piuttosto fedele all'originale ma il loro stile si sente tutto: Nobili.

"Flash of the Blade" (da "Powerslave", 1984) eseguita dagli Avenged Sevenfold: le eterne promesse del metal contemporaneo dimostrano coraggio: misurarsi con un pezzo che gli stessi autori han sempre affrontato con riluttanza merita rispetto: suonata bene e fedele ma le linee vocali non sono decisamente alla loro portata. Fermati sul più bello.

"2 Minutes to Midnight" (da "Powerslave", 1984) eseguita dai Glamour of the Kill: Patinatissima ma intrigante, il giovane gruppo post hardcore americano la suona come fosse dei Crue: può piacere o no... Abbaglianti.

"The Trooper" (da "Piece of Mind", 1983) eseguita dai Coheed and Cambria: O si amano o si odiano: pomposi ed "effettati" al solito, rendono ancor più epico quello che lo era già. Esagerati.

"Wasted Years" (da "Somewhere in Time", 1986) eseguita dai Devildriver: Sarà perchè sentire qualcosa dei Maiden proposto in growl fa sempre il suo effetto ma devo dire che sta versione "speed" m'ha catturato. Selvaggi.

"Run to the Hills" (da "The Number of the Beast", 1982) eseguita dai Sign: Dall'Islanda arriva una delle due cover più controverse del progetto: il metal dei Maiden diventa uno Street Rock piuttosto mainstream ma devo dire efficace, gira bene. Rockettari.

"To Tame a Land" (da "Piece of Mind", 1983) eseguita dai Dream Theater: Cover coraggiosa (ma visto la loro storia era doveroso) e risultato all'altezza, nel loro stile. Impeccabili, forse troppo.

"Caught Somewhere in Time" (da "Somewhere in Time", 1986) eseguita dai Madina Lake: Compressa in poco più di 4 minuti questa versione elettrohardcore del sogno tecnologico maideniano è forse la cosa più bella, anche se discutibile, del progetto, a momenti saltano fuori pure atmosfere doom. Cristallizzanti.

"Wrathchild" (da "Killers", 1981) eseguita dai Gallows: Veloce e Punk, se i Maiden fossero nati oggi forse sarebbe stata suonata così. Duri e Puri.

"Fear of the Dark" (da "Fear of the Dark", 1992) eseguita dai Fightstar: Compitino ben eseguito da parte degli emoinglesini ma fin troppo scolastico. Rimandati.

"Hallowed be thy Name" (da "The Number of the Beast", 1982) eseguita dai Machine Head: Loro non si discutono ma una versione un pò meno classica e fedele alla mitica versione maideniana me l' aspettavo. Compassati.

"Iron Maiden" (da "Iron Maiden", 1980) eseguita dai Trivium: Loro non mi piacciono ma devo dire che se inquadrati (come qui) in uno stile preciso c'hanno pure tiro, la loro versione è feroce al punto giusto. Arrabbiati.

"Running Free" (da "Iron Maiden", 1980) eseguita dagli Year Long Disaster: Sembra registrata nel mio garage ma va bene così visto il pezzo. Stradaioli.

"Brave New World" (da "Brave New World", 2000) eseguita dai Ghostlines: Unica canzone scelta tra quelle del nuovo corso (e tra tutte quelle recenti quella che amo meno) è qui proposta in un'accattivante ed emotiva versione semiacustica, per lunghi tratti emoziona sul serio. Romantici.


Conclusioni: State buoni, se potete, DeBaseriani.

Mo.

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