Ogni tanto capita di ricordare i giorni passati: quando si era giovani e forti, soprattutto ora che siamo vecchi e gommosi, quando si era più ingenui, meno smaliziati, quando per esempio, nella musica, si cercava il semplice divertimento e non la (apparente?) ricercatezza intellettual-culturale.
Quando si andava ad un concerto Metal per il solo gusto di tuffarsi dentro al moshing più selvaggio e non certo per le qualità artistiche di chi si esibiva: personalmente la mia attività agonistica, nella specialità, cominciò a Padova nel 1987 durante un concerto dei D.R.I. e finì nel 1999 dopo la data milanese dell'"Ed Hunter Tour": infatti già prima di quell'evento decisi che avrei appeso chiodo e anfibi al...chiodo e da lì in avanti che avrei visto (in senso letterale) i concerti e non solo fatto parte di quella massa indistinta di carne, nero borchiata, umana che si muoveva animatamente nelle prime file di ogni concerto metal, punk, hardcore etc. etc. a cui, fino ad allora (e son stati tanti...), avevo partecipato.
Al di là delle divagazioni di divertimento si parlava e proprio oggi (ripensando ad un vecchio tour dei Maiden, Milano 1993, in cui l'oggetto della recensione si esibì come Special Guest) m'è venuta in mente una delle Band più "ignoranti" (nel senso buono del termine) e più divertenti di quegli anni e cioè gli scozzesi "The Almighty" e, cercandoli nel bellissimo DeDataBase, il risultato è stato un tristissimo "0 Recensioni". Non potendo quindi "assolutamente soprassedere a questo vizio di forma" ho deciso di redigere un piccolo scritto sul loro disco che più mi piace (che è anche il loro più famoso): quel "Powertrippin'" del 1993 di cui conservo tutt'ora una maglietta.
Gli Almighty si formarono a fine anni '80 a Strathaven, in Scozia, per iniziativa del chitarrista-cantante Ricky Warwick. La formazione era quella classica di un gruppo hard-rock/heavy-metal: un chitarrista/cantante, una chitarra solista, un bassista, un batterista ed il background di tutti i membri proveniva da quello Punk-Rock ottantiano di stampo britannico (Warwick prima di fondare la sua band ebbe dei contatti con i New Model Army). Il sound, fin da subito, fu quello monolitico ed inossidabile sviluppato su caratteristiche prese sia dall'Hard-Rock ottantiano (soprattutto nelle linee del basso) ed il Metal Classico dello stesso periodo (tipici i riff di chitarra e la batteria "prepotente").
Dopo due album con discrete vendite (e tour con Megadeth e Motörhead) nel 1993 arrivò il terzo, "Powertrippin'", appunto, che si può considerare tuttora (anche dopo lo scioglimento nel '96 e successiva reunion nel 2000) tranquillamente il loro apice sotto tutti i punti di vista. La caratteristica principale del disco è che sul, già descritto, canovaccio derivativo dei lavori precedenti, Warwick e soci abbinarono ulteriori richiami mainstream sia musicali, soprattutto in fase melodica, sia nell'approccio "mediatico" all'audience (approccio che comunque in fase live rimaneva massiccio e "tirato"). La voce, palesemente AOR, del cantante ben si abbinava alla buona miscela hard soprattutto negli omaggi acustici di pezzi come "Jesus Loves you...but i don't" o in canzoni decisamente ammicanti all'universo radiofonico come "Addiction". Le atmosfere (combinate con i testi intrisi di "clichè" "ribelli") finivano, quindi, per ricreare quel sapore vetusto ma affascinante di locali dove l'odore del sudore si mescola a quello del bourbon e dove camminando si sente quel caratteristico "croc croc" creato calpestando le bucce vuote delle arachidi...
Non certo un'opera originalissima o innovativa ma sicuramente un buon disco da ascoltare quando si ha voglia di qualcosa di divertente e per nulla impegnato ed assolutamente "ostile ed ignorante" oppure, come me, per ricordare quell'"atleta" che (per fortuna?) non sono più...
Mo.
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