Si fa sempre fatica ad accettare i cambiamenti, ma, in ogni caso, non si torna mai indietro. Il mondo va avanti, e per i nostalgici della vecchia scuola, quei tempi saranno solo un ricordo evanescente, un glorioso passato a cui attingere, un mito che rimarrà solo mitologia. Ora le band si fanno in televisione.

Quelli della old school sono rompi-scatole, sono pure sfigati che ascoltano quattro gruppi in croce, quelli che sembrano davvero autentici, tosti, veri. Quelli della old school, a dire il vero, non guardano nemmeno la televisione. Ora, questi Bastardi, alla veneranda età di 22 anni, sono da annoverare nella old school, io penso, almeno anagraficamente. Bene, i loro miti, le loro influenze, le fonti da cui hanno tratto ispirazione sono i medesimi gruppi venerati dalla old-school. Per quanto la old school si incazzi, gridando a voce alta la loro preminenza, il loro predominio su certe cose, purtroppo, bisogna accettare che anche questi Bastardi ne fanno uso. Si trastullano con teatri degli orrori, con regine di stoneage, con lottatori di foo, purtroppo. Roba che se non avessero partecipato ad X-Factor, li riterresti dei gran fighi, e bravi musicisti, te li faresti amici e ci berresti volentieri una birra insieme. Ma il peccato mortale, insanabile e irreversibile è quella maledetta televisione. Un veleno pericoloso che rende immonda qualsiasi cosa tocchi. E può trattarsi anche della musica migliore al mondo, possono chiamarti Iggy Pop, Lou Reed e persino resuscitare Kurt Cobain, ma niente. Ciò che è televisione è vergognoso anche da nominare. Ciarpame senza pudore. Va da sé che quelli della old-school si auto-costruiscono muri di pregiudizi che fanno da intralcio alla Conoscenza stessa. Fosse solo questo, non sarebbe nemmeno un problema. Il problema grave è esprimere un giudizio senza Conoscenza. Il che va contro le norme filologiche, logiche e, parlando terra-terra, contro l’onestà intellettuale. Problemi della Old School. Quanto ai bastardi, non sono certo dei fenomeni. Ma vi sfido a trovare qualche differenza, una differenza sostanziale, una differenza qualitativa significativa tra questa roba e un Capovilla o un Brondi qualsiasi, incensati sacerdoti dell’indie rock nostrano, a cui, peraltro, i suddetti si ispirano. Io non trovo in loro nessuna colpa, se non quella di essere dei classici 22enni, cazzari, prodighi nello sfoggiare bevute esorbitanti e arditi, rimanendo superficiali, in tema di universo femminile.

Non mi va di pensare nulla di loro. Voglio solo pensare che, magari, in futuro, cresceranno, soprattutto intellettualmente, si spera. Ora quello che penso è che tutto sommato non li vedo diversi dalla stirpe debaseriana, che vanta illustri progenitori, i Pixies, e che non rinuncia, tuttavia, alla Gialappas e ad un umorismo goliardico che lascia il tempo che trova. Come noi, uguali.

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