Recensione di Alia76

Direi che sarebbe il caso di chiedere spiegazioni.

Penso per un attimo di essere un professore, uno di quella serie: chi non ha talento insegna, al quale una brillantissima allieva presenta un'altra prova su richiesta. Immagino che direi: "Signorina (ehm signora) Amos, cosa le succede? Ha iniziato ad uscire con le amiche? C'è qualche fidanzatino? Questo non è certo il livello che mi aspetto da una ragazza talentuosa come Lei. Mi ricordo ancora come stupì l'intero istituto con quella relazione sui "piccoli terremoti". Fino a qualche anno fa su di Lei avrei scommesso ad occhi chiusi. Ma ora? Questo lavoro è assolutamente incolore, impersonale, insomma non degno di Lei! E per favore non cominci con le solite giustificazioni, le spiegazioni sul perchè e per come di questo e di quello. la collega di filosofia mi ha più volte detto che Lei si impegna, certo, però mi ha detto che a quell'età le conoscenze rimangono pur sempre infarinatura. Ammetto di aver sempre prestato poca attenzione al cosa scrivesse, tuttavia mi lasci dire che nei primi anni di corso, nel come Lei era insuperabile! Non so cosa Le stia succedendo ma questa prova è scialba, senza intenzione, nè passione. Le devo dare un due, con molto dispiacere. Vada pure al posto".

 

I professori a volte esagerano. Soprattutto quelli grassi e puzzolenti che parlano da scranni incrostati di caccole secolari. ma è la verità "Abnormally Attracted to Sin" non dice nulla, meglio: dice veramente poco. A volte persino ripete il già detto ("Strong Black Vine" è troppo simile a "Little Amsterdam" così come Ophelia è uno sbiaditissimo tentativo di tornare ai fasti di "Marianne").

Diventa così ancor più indigesta un'aria fritta spessa 17 brani.

Qualche barlume di ciò che Tori è capace di fare, lo si scorge in "That Guy" e "500 miles", ma è veramente poca roba. Tori Amos la comprendo. L'arte è una compagna troppo esigente. Se ne inciucia di pargoli al seguito e compagni superdotati. Non ti ripaga se non le concedi il cento-per-cento del tuo cuore e della tua anima, se non le permetti di vivere una vita stra-ordinaria, anni luce dalla normalissima quotidianità.

La capisco. Ed anche se questo disco scomparirà presto assieme agli ultimi prodotti (badate bene: PRODOTTI) della Rossa continuerò ad amarla perchè so che c'è un luogo dove Tori Amos è inarrivabile: il palco.

 

Voto: **/*****

 

Recensione di cptgaio

Se c'è qualcosa che bisogna assolutamente riconoscere alla Amos è l'assoluta tenacia nel seguire sentieri e strade che ormai tutti (dai fan alla critica specialistica: quella generalista no a dire il vero ma probabilmente, in questo caso, non fa testo) le hanno consigliato in tutti i modi di abbandonare: il primo fra tutti la scelta di autoprodursi che negli ultimi 6 anni l'ha portata a concepire (compreso questo)  4 concept album (nel bene e anche nel male) di dimensioni oceaniche: sempre in bilico tra generosità e prolissità (a cui proprio lei, sola soletta, non riesce a tener a bada).

D'altronde la Rossa son anni che continua a ripetercelo: lei nei suoi dischi mette tutto quello che ha prodotto nell'intervallo trascorso dal lavoro precedente e "Abnormally Attracted to Sin" (il tema dominante del concept stavolta è la "definizione del successo nei rapporti interpersonali") non fa eccezione.

17 canzoni (più una bonus track) per quasi 80 minuti di musica (nella versione DeLuxe ogni canzone è accompagnata da una "visualette") che ancora una volta presentano una disomogeneità stilistica che incorre nel rischio di finir per disorientare l'ascoltatore (almeno quello distratto).

Forse è proprio questo il problema principale della Amos: rifiutare di ricominciare da se stessa e dalle cose che lei ha costruito per abbracciare fin troppo attorno a lei (e non dentro lei): così si parte dalle evoluzioni in stile elettro-british di inizi '90 di "Give" e si prosegue per un bazaar di stili che toccano il Pop classico di "Welcome to England", le reminiscenze pianistiche da "Under the Pink" di "Curtain Call", il divertissement dei ritmi solari di "Fire to your Plain", il folk di "Fast Horse" (la mia preferita) , il jazz di "Lady in Blue" e così via in una moltitudine di travestimenti sonori cui dovremmo ormai esser abituati.

Canzoni di buon livello (anche alto come le citate "Curtain Call" e "Fast Horse") ci sono ma forse quello che mi manca è la Tori piano-voce accompagnata da arrangiamenti minimali che cambiò la vita mia e di molte persone di questo povero globo: un ritorno alla semplicità ci vorrebbe. Mi accontenterà prima o poi?

Certo rimane la sua capacità (ancora ad alti livelli) di interprete che salva molte canzoni presenti ma non tutte e qualche taglio non sarebbe stato così "doloroso" ma tant'è che questo disco una sua dimensione (come si dice ora) "catchy" ce l'ha: se dovessi considerare la sua carriera "Abnormally Attracted to Sin" sarebbe da due stelle e mezzo, se dovessi considerare lo stato del Pop attuale la media salirebbe: scelgo la via buddhista...

Mo.

Voto:***/*****

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