“Questo non è un libro che si legge con una mano sola. Ce ne vogliono due. Una di lui e una di lei.” M. Marchesi/Jacovitti

Torna in edizione cartonata (grazie a Stampa Alternativa) a colori il mitico “KamasuLtra” di Jacovitti e Marchesi, che all’epoca della sua uscita scandalizzò e indignò il mondo benpensante e borghese dei cattolici di fine anni 70 e che costrinse il disegnatore a interrompere la sua preziosa collaborazione con il mitico “DiaroVitt”.
Il solare, roboante, folle e giocoso erotismo goliardico di Jac-lisca-di-pesce (per la forma insolita con cui amava firmare le sue tavole) oggi non scandalizza più nessuno e le ingenue e rocambolesche posizioni erotiche dei suoi buffi personaggini fanno solo tenerezza per il candore con cui vengono rappresentate scene di sesso al limite del surreale e del grottesco.

E così, in ordine sparso, fan bella mostra di sé (e dei loro attributi) nani con doppi peni, donne giunoniche con seni a mongolfiera, Irsuti alpinisti con bastoni di carne, coppie improbabili impegnate in giochi sadomaso portati ai limiti estremi, cupidi erotomani, dottori orbi che evirano sessi, miti vecchi e nuovi alle prese con improbabili posizioni erotiche circensi (da Tarzan a Zorro, da Dante ad Adamo & Eva).
Non è la trasposizione del testo sacro indiano questo (ormai l’avevate capito) ma si ride con Jac e a crepapelle. E si resta sbalorditi dalla funambolica verve del disegnatore dove la fantasia (e il tratto davvero illimitato) stravince e coinvolge tutto, non risparmiandosi nulla.

E’ un sesso davvero allegro quello proposto da Jacovitti, vivo, energico, zeppo di buffi falli e vagine impossibili, che prendon di colpo vita e che giocano a sua volta, in maniera surreale con teste, peli, seni, chiappe, piedi e mille altre parti del corpo, in una specie di mosaico scomposto, un cubo di rubrik umano dove TUTTO “diventa sessuato” e ogni genere di accoppiamento “qui” diventa possibile.

E per un attimo viene da pensare a quanto sarebbe bello il sesso (oggi) vissuto “alla maniera di Jacovitti” invece che questa triste pornografia morbosa e umiliante, fatta di dominatori e puttane, perversioni inconcepibili e sadismi, fatto più di oscurità e sensi di colpa che atti di sana condivisione. Un sesso più figlio delle tenebre che della Luce.

Ma soprattutto un sesso senza Gioia e senza più una sensazione di “festa dei sensi”, che ogni rapporto “ben fatto” dovrebbe portare con sé.

E allora, ben venga Jacovitti coi suoi calembour e il suo tetatrini assurdi a ricordarci che il Sesso può essere anche "altro".

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