"Il mondo fa schifo appena fa nuvolo"

I Distanti vengono da Forlì e con solo 6 brani mi hanno distrutto. Questo EP dura meno di una seduta al cesso ma è altrettanto liberatorio e, a seconda della vostra "sensibilità", doloroso. Lo ascolti e non può più stare seduto.

I Distanti ti tirano per i capelli, avvicinano il tuo orecchio alla loro bocca e, quando ti sembra che ti stiano per dire qualcosa, ci sputano dentro. I testi dei Distanti, fatti di frasi smozzicate, piccole storie raccontate a scatti in un'estasi cianotica, non si sentono molto bene, sepolti come sono sotto stradi di suoni sbrindellati.

Ma quando urlano "TI ODIOOO! TI ODIOOOO! TI ODIOOOO!" li senti eccome. Eccome.

I Distanti fanno la musica che qualunque giovane incazzato nero dovrebbe fare in Italia. Perché QUALUNQUE giovane è incazzato nero in Italia. E chi continua a cantare canzonette, come si faceva 60 anni fa, non significa che sia meno incazzato: sta solo mentendo a se stesso. La musica dei Distanti è espressionismo, è action painting, è scolpita a forza di frustate: le corde sono sferzate non pizzicate (perché no, non cambi il mondo se le pizzichi a 200 all'ora), i tamburi sono pugnalati non sbattuti e le ugole sono stuprate non solleticate.

La musica dei Distanti è i Distanti e i Distanti sono ragazzi incazzati neri che non vogliono accettare più tutto questo, tutto questo orrore che ti assale quando accendi il televisore, tutto questa merda che ti intasa le narici quando apri la porta di casa, tutta questa cattiveria che ti graffia quando chiedi aiuto.

Per questo i Distanti urlano, urlano anche per voi, anche per me. E io urlo con loro.

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