Gli Autechre son tornati. E dimenticatevi di album come "Incunanbula" e "Tri Repetae". Pur mantendo alti i ritmi techno, si sentono influenze dubstep, martellanti subwoofer portati al picco di potenza, frequenze infrasoniche distribuite come il pane, acidità dei sintetizzatori, rumor di fondo, improvvise aperture a tastiere armoniche. Tutto ciò risulta come un’ambienza dark.

Lunghe suite che mettono a prova la resistenza dell’ascoltatore (“bladeroles”) cambiando direzione sonora pur mantenendo lo stesso tema di base; l’apertura di “irlite” sono dieci minuti in cui pare Aphex Twin si dedichi ad una composizione dubstep ovviamente articolata alla sua maniera (chissà non gli abbiano rubato qualche idea). “Cloudine” lento rap acido. Si gioca anche molto sui tempi e controtempi (“T ess xi”) e sugli stacchi come in “tuinorizn”; sui suoni come sitar elettronici in “1 1 is” (mentre la devastazione cade inesorabile rumorosamente), moltitudini di echi e delay su percussioni e sinth (“nodezsh”, “YJY UX”).

Disco fortemente “dark”, prima parte assolutamente calata nelle tenebre, la seconda che vede leggermente di più la luce del sole. Che mette a dura prova i diffusori per i suoi suoni decisi. Pompato. Sicuramente un punto di partenza nuovo per le produzioni future.

Voto: 8

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