Ho e ho storicamente avuto un po' di problemi con questa sorta di Post Rock imbastardito nella sua versione strumentale. Non ho mai saputo spiegarmi di preciso perché. Post Rock coi chitarroni, Post Metal, Post Core, chiamatelo come volete, se è completamente strumentale probabilmente non mi piacerà, lo troverò noioso. Pelican, Russian Circles, Omega Massif, mai pensato non siano buone band ma mi annoiano. Non aiuta il fatto che l'originalità e la capacità di distinguersi sia merce molto rara in questa scena negli ultimi anni sia nel  Post Rock più melodico che in quello più cattivo. Si può distinguere una cerchia di band che si piazza ai primi posti per la propria fama per aver suonato il genere in un certo modo prima di altri, dietro a ognuna di esse inseguono i loro cloni, più o meno validi, ma che fanno della riproduzione fedele la loro fortuna. Ci sono i cloni degli Explosions In The Sky, i cloni dei Pelican, quelli dei God Is An Astronaut eccetera. Ma non voglio parlare di una band che va ad aggiungersi seduta stante a questa cerchia di gruppi clonati X volte (forse).

Dicevo, lo strumentale nella musica Post-Whatever di solito non riesco a digerirlo (quando si tratta di qualcosa di più cattivo del Post Rock classico), non ho ancora capito perché. Probabilmente adorerei gli Isis anche se fossero strumentali, visto che la voce non è il loro primo punto di forza (aggiungerà qualcosa ma Turner prima che un che un cantante è un ottimo chitarrista secondo me). Mezzo mistero. Poi qualcosa ha fatto cambiare la situazione.

Dietro al monicker Show Me a Dinosaur c'è un trio prettamente strumentale di San Pietroburgo, già al debutto con "Evolvent" nel 2011. Nel gennaio 2014 tornano all'attacco con "Dust". L' impatto è stordente. Un fulmine  ciel sereno nello stantio panorama Post Rock e Post Metal strumentale, in cui ci si trascina in sentieri già percorsi senza le energie di prime sperando che una nuova via si apra oppure di riuscire meglio di tutti gli altri che hanno già battuto il medesimo percorso senza metterci però le giuste energie.

Gli Show Me a Dinosaur invece queste energie le hanno. Suonano con un' intensità molto simile alle band più blasonate del genere, tirano su un muro di suono semplicemente pazzesco, amalgamano alla perfezione elementi presi in prestito, reinterpretano, plasmano poco alla volta una propria personale formula. Inserti ambient ed aperture melodiche ma allo stesso tempo claustrofobiche che richiamano gli Isis ma anche gli Explosions In The Sky nelle parentesi meno scure, si fanno strada tra le crepe di un muro di suono a volte proprio di un lavoro Shoegaze anche se di Shoegaze non si tratta.

La partenza con "Man Made God" è maestosa con un basso tuonante, echi di Neurosis e tratti quasi Stoner. Quello della  terza traccia " Drawing the Line" è un crescendo massivo ed eccezionale, che anche se impostato diversamente ricorda i Godspeed You!Black Emperor per intensità, una chitarra riverberante che fa da sfondo a un sample vocale preso da Jurassic Park(un sample era presente anche in "Man Made God") una fonte inesauribile di rumore, emozione e melodia che esplode nella mente e si prende qualcosa. Uno dei migliori episodi del lavoro.

Le conclusive "Dust" e "Rain" includono anche delle vocals. Vocals urlate e sofferte che risuonano come lontane e immerse in un caos generale di pioggia, vento e tuoni e si esauriscono lentamente quando la melodia dipinge l' immagine di un pallido raggio di luce che si fa strada attraverso una coltre di nubi spesse ma ormai scariche e rarefatte, prossime a dissolversi. "Rain" si chiude così, una fine che ricorda gli Envy più dilatati e luminosi, la monumentale muraglia costruita dai 6 brani precedenti è crollata, ora possiamo vedere oltre, il mondo è più grande di quanto potevamo immaginare.

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