Virgilio Savona non è stato solo uno dei componenti del Quartetto Cetra, ma anche un artista poliedrico e fantasioso, che il Club Tenco ha deciso di omaggiare quest’ anno con un disco-tributo contenente le esibizioni dal vivo, sul palco dell’ Ariston di Sanremo, da parte di alcuni fra i più importanti musicisti dell’ attuale scena italiana. Si riscopre così una produzione buona, ottima e saporita, con punte di satira e di sarcasmo di assoluto valore.

E’ ad esempio il caso del pezzo che apre il disco, “Troppi affari, Cavaliere!” (un titolo più che mai attuale), una canzone del 1954, quindi scritta in tempi non sospetti, che qui viene riproposta dalla Piccola Orchestra Avion Travel in piena linea con la produzione di Servillo e compari. Petra Magoni con Ferruccio Spinetti al contrabbasso eseguono “ Il cammello e il dromedario” , una favoletta del 1963 che narra l’ incontro tra un dromedario ricco e un cammello povero. Il dromedario ricco si dispiace di avere una gobba sola, così “se mi vendi una delle tue gobbe ti darò una fortuna” . Il dromedario risponde: “No grazie, della tua fortuna non mi interessa nulla, perché sono povero ma bello e nerboruto, quindi… ti saluto!”. Il filone delle filastrocche, uno dei più fortunati della storia del Quartetto Cetra, è qui affrontato da Carlo Fava con “Le burle” , a proposito del naso di Pinocchio. Pezzi spiritosi e simpatici sono anche “Sette piccole streghe” , sulle sette note musicali, proposta da Samuele Bersani con l’ accompagnamento delle Balentes, e “Però mi vuole bene” cantata da Leonardo Manera (dallo Zelig al Club Tenco), storia di una illusa che pensa che la sua dolce metà le voglia tanto bene, da morire, tanto da buttarla giù dalla Torre Eiffel. Roberto Vecchioni, da bravo professore di lettere, si è scelto una poesia di Quinto Orazio Flacco, un autore latino, musicata dallo stesso Savona nel 1970, “Dove andate” , antimilitarista e contro le armi. Il brano del 1970 era stato inciso da Giorgio Gaber, se può valere come termine di paragone. Alessio Lega e i Mariposa propongono un pezzo su Giovanni Meslier, un parroco di un paese di Champagne, che si lasciò morire di fame perché non era riuscito ad ottenere giustizia in una lite contro un potente. Dopo aver lasciato i suoi beni ai parrocchiani, scrisse un testamento politico e religioso, “ l testamento del parroco Meslièr” , attualissimo ancora oggi, una fortissima invettiva contro ricchi, condottieri, principi e potenti d’ ogni genere e razza.

Da notare che tutti i partecipanti al tributo hanno eseguito i pezzi nel pieno rispetto del loro stile, ad esempio Caparezza è credibilissimo nell’ interpretare “Sciabola al fianco, pistola alla mano” , classica fotografia di un uomo mediocre che si trasforma in un bullo perché ha una divisa da colonnello o da generale. Pietra Montecorvino (moglie di Eugenio Bennato, non dimentichiamolo), fa ascoltare una tenera ballata che fu cantata anche da Mina a “Studio Uno” nel 1961, “I ricordi della sera” , che non sono altro che i ricordi di gioventù di una persona anziana. Spesso e volentieri i nostri nonni ci ripetevano “Scherza coi fanti ma lascia stare i santi” , ma il protagonista de “La vocazione” da ragazzo voleva farsi prete e cercava l’ assoluzione dai peccati, da studente diventò socialista e pensava che un dovere d’artista fosse cantare la rivoluzione, adesso che vede la “zeta” della sua vita, il suo ruolo si è fatto più confuso e non sa più bene da che parte stare. Comunque un’ altra filastrocca ben eseguita da Stefano Vergani. Da qualche tempo i Gang dei fratelli Severini si accompagnano al gruppo folk marchigiano La Macina, con la voce di Gastone Pietrucci. Ciò che viene proposto è un pezzo che riunisce brevi frammenti di canti popolari spagnoli liberamente interpretati, “E’ lunga la strada” , un pezzo sulle differenze tra ricchi e poveri, anche in punto di morte. Chiude il disco “Evviva lo scopone” , un pezzo tradotto in occitano dai Lou Dalfin. E’ un pezzo sullo stile de “Il Riccardo” di Giorgio Gaber (nel senso che l’ argomento è più o meno quello).

Complimenti, dunque, a tutti gli artisti impegnati nel progetto e anche ai soci del Club Tenco per essere anche quest’ anno riusciti a produrre un tributo bello, sincero e appassionato.

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