Torino, 1991. Un periodo strano, musicalmente parlando, per Torino. Non ancora completamente liberi dallo spettro di un decennio di dark music, non ancora completamente conquistati dal nuovo-che-avanza, alcuni noti musicisti della zona brancolano alla ricerca della propria identità musicale. Tra questi, Luca Morino e Fabio Barovero, in seguito Mau Mau, band di successo europeo.

Questo primo disco dei Loschi Dezi, raccoglie alcune simpatiche canzonette durante l'ascolto delle quali è possibile rendersi conto del notevole talento musicale e letterario dei due allegroni sopra nominati. La song di apertura, "Motadanguilla", un divertente marcettone skapestrato, continua a divertire anche a distanza di 15 anni. Il disco contiente anche "Loschi Dezi", una furiosa sigletta Pogues-style e "Molita", un brano in dialetto piemontese che anticipa (in parte) ciò che i Mau Mau saranno in seguito, pesantemente influenzato da Les Negresses Vertes al limite della scopiazzatura.

Un lavoro decisamente buono (considerato il livello medio di questo tipo di produzioni in quegli anni), che si lascia ascoltare con piacere e tenerezza, al quale seguì "Paura e Maraviglia", superfluo testamento dei Loschi Dezi. Questo "Càbala" fu mixato da Max Casacci (Subsonica, Africa Unite) e Mada (Madaski, Africa Unite, Suicide Dada) e vede tra le Guest-non-ancora-Stars presenti, la partecipazione di Luciana Littizzetto, tra le componenti "Il coro delle Acquesante". Difficile trovarlo, ma vagando per il web è possibile reperirlo usato ed in qualche occasione nuovo a prezzi da collezionista.

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