Antartica è l'ennesimo progetto sonoro curato da Vangelis, registrato presso i Nemo Studios a Londra e rilasciato nel 1983: anno seguente le colonne sonore per i film Momenti di Gloria e Blade Runner.
L'opera, colonna sonora del film "Nankyoku Monogatari", letteralmente "Polo Sud Story", viene rilasciata negli USA con il titolo di "Antartica" (girato interamente alla punta settentrionale di Hokkaido in Giappone) diretto dal regista Koreyoshi Kurahara nel 1983.
Vangelis, si dissocia da quello che potrebbe essere apparentemente una plausibile composizione afferente il film, proiettando l'ascoltatore, in un contesto di calma ipnotica, trascendente le fredde e suggestive atmosfere che i luoghi imprimono.
In questi frangenti, dai contorni tanto dinamici quanto drammatici, le velleità artistiche del compositore, si servono volutamente delle percezioni derivate dal contatto con i freddi deserti antartici, materializzandosi attraverso quelle intimità ancestrali connaturate all'uomo, passando così, da caldeggianti momenti a tratti immaginifici a momenti di pura angoscia, isolamento e desolazione.
L'empatia generata, paradossalmente riesce a descrivere, le bellezze di una terra lontana e inaccessibile, la cui "fascia di convergenza", una cortina di ferro suboceanica in cui inabissare le acque di superficie subtropicali, non è altri che il primo di altrettanti baluardi a volere climatologicamente e biologicamente il continente inconciliabile alle zone contigue, sicuramente più temperate.
Una dicotomia derivante, da una celata condizione di immobilità dai tratti mortali, ma al contempo suggestiva e fantastica, in un contrasto in cui l'impetuosità dei mari, voglia giocare con un ghiaccio che sembri sovrastare i cieli.
La maggior parte delle musiche vengono incentrate sulle cognizioni sonore della traccia principale: "Theme from Antarctica".
Sembra così di inquadrare in piano sequenza, d'alto di un P166DL3, un gruppo di orsi polari attraversare banchise bianchissime, mentre il tutto viene catturato avidamente dall'obbiettivo, che registra la perfezione delle terre sorvolate, spostandosi verticalmente verso le immense mura di ghiaccio della Catena Transantartica, fortezza inespugnabile dalla quale non avere riparo, pronta ad esplodere in tutta la propria forza.
"Antarctica Echoes" continua il flusso sonoro ipnotico, la cui vita sui quei deserti di ghiaccio, si evolve negli stenti di un microclima ormai vessato da tempo.
Un gelo dal quale non avere riparo, ma che nelle benevolenze di madre natura trova quegli equilibri stocastici in una perfezione estrema, che indomita, rivela le proprie eleganze spartane e surreali
Kinematic si slega eufonicamente, rimanendo all'interno di un'analisi cinematica dei corpi biologici, appartenenti ad un microclima estremo.
"Song of White", attenta e silente, osserva il risveglio della fauna antartica, in una caldeggiante alba mattiniera, per poi esaltarsi in un prosieguo le cui empatie sembrano definitivamente albeggiare su di continente dai sapori alieni e sterminati.
"Life of Antarctica", una sorta di ossimoro sonoro di "Song of White", traccia in cui le ispirazioni di Blade Runner sono sempre più presenti; mostra una terra desolata, afflitta da venti catabatici e ghiacci perenni, le cui simmetrie sonore si librano verso contesti cosmici.
Il tutto sembra stabilizzarsi nuovamente sui canoni della main-track con "Memory of Antartica", composizione più minimalista rispetto alla prima traccia.
Una natura aliena taciuta transita nelle sonorità di "Other Side of Antartica", sumerica e oscura, riesuma le presupposte discendenze Atlantidee, un tempo vissute su questo immenso continente, adesso sepolte da chilometri di ghiaccio, quando ancora l'orientamento dell'asse terrestre (precessione degli equinozi) permetteva ad una parte del continente, le condizioni climatiche necessarie per una vita ...aliena.
Deliverance chiude d'incanto il viaggio allontanandosi magicamente, con un lungo addio, mentre l'inquadratura della telecamera chiude sulle sterminatezze della Catena Transantartica sino ad arrivare sulle coste di Ross mentre sterminate pareti bianche, cavalcano immensi oceani sui quali infrangersi.
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