Ciao Francè, ciao cardillo. Stai bene, lo so. Ti ho trovato bene e ti ho sentito bene in questo Ghostwriters, l'ultimo in casa 24 Grana. Canti nuovamente come piace a me ma con più consapevolezza. Dici ancora quelle cose in quel modo lì, che mi fa tanto emozionà ma con più coscienza, che poi è questo ciò che conta nella vita: emozionasse. Le chitarre stanno in forma, diglielo a Peppe. Siete ancora voi, più maturi, più sinceri, più 'Underpop' che mai. Siete ancora voi: miracolosi per il mio umore e per le mie giornate lunghe, scrittori fantasma di tante piccole storie, di tante silenziose anime che con voi sognano e sperano nelle loro menti ma con i vostri pensieri.
Ho visto quanta Roma vi siete portati dietro per il nuovo disco. C'è Marina Rei, perfetta nei cori di 'Smania 'E Cagnà', sempre un' ottima conferma, Filippo Gatti ex Elettrojoyce in 'Le Verità', una bella sorpresa lui per chi, come me, con gli Elettrojoyce si era fatto un gran male qualche anno fà; ci sono Riccardo e Daniele Sinigallia, Riccardo alla voce nel primissimo singolo 'Avere Una Vita Davanti' dalle atmosfere quasi sanremesi e Daniele al missaggio e alla produzione artistica. Poi il disco l'avete registrato qua, no? Allora non è un caso che lo presentiate venerdì allo Strike a Portonaccio. Peccato non esserci. Impegni freschi inderogabili. Devo andà 'Luntano', come dici tu all'inizio dell'album, nella prima traccia. 'Luntano pe' capì, chello che cerco nun se sà... dimane ce penso'. Poi te dico. Approposito gran pezzo 'Luntano': frastornante, diretto, coinvolgente. Appena l'ho ascoltato mi ha subito conquistata. Come 'L'Alba' del resto, toccante. Che bello che sei Francè quando dici che a volte pure una finestra ti riesce a consolà guardando quel che resta di una giornata che scolorisce piano. Sai è quello che ho fatto ieri. Mi sono coccolata un pò con voi, con la tua voce malinconica, velatamente rassegnata. Con le vostre chitarre sempre più intense e solitarie. Con il tuo canto che con gli anni lasciatelo dì ma s'è fatto più struggente, più sentimentale, più maturo. A tratti ci sento lontana la passionalità della vecchia canzone napoletana. Quella rassegnazione quell'accoramento che ti riempie il cuore la testa e le giornate. Napoli sta sempre là con te, dentro di te e che non la sento? Appannata e ammorbidita come riverberi del sole, nei riflessi sulle case 'pittate' di 'L'Alba', nella tristezza di 'Lacreme' e nella sua voglia di riscatto e rivoluzione; la percepisci labile e nascosta in 'Accireme', splendida, il mio pezzo preferito in questo viaggio fra fantasmi alati senza identità, con quell'armonica appena accennata e quel tuo cantare che profuma di primavera o la scopri fra le parole amare di 'Carcere', in una storia che sà di violenza, miseria, di morte.
Te lo dico, è la prima volta che vi sento così; liberi quasi leggeri. Sì, c'è sempre quella malinconia taciuta e soffocata ma la svolta, quella che si avvertiva in Underpop, è netta stavolta. Non c'è più la cupezza e il buio degli esordi, c'è solo tanta 'smania e cagnà'. La pesantezza dell'animo, il torbido annaspare delle parole, come delle atmosfere, ha lasciato il posto a violoncelli e violini, ad armoniche e percussioni, a liriche ed a arrangiamenti curati che per intensità risplendono incredibilmente accarezzandoti dentro. Pochi synth, poca elettronica. Poca ma azzeccata.
E Poi Francè quell'immediatezza, quella naturalezza che traspare, il suono pulito di 'Sbaglio 'E Parole', di 'Le Verità'. La freschezza nel saper dipingere così bene ogni storia, ogni sentimento, ogni battito in 30 minuti o poco più. Non le sbagli le parole, no. Quando è finito Ghostwriters sono rimasta così sospesa, esitante, lo ammetto. Con la voglia ancora sulle labbra e il desiderio non soddisfatto a girovagare nella testa. Dillo che l'avete fatto apposta. Dillo che Ghostwriters è così breve per questo motivo, che è così fuggevole perchè solo in questo modo, poi, non vedi l'ora di rimetterlo nel lettore per farlo suonare ancora e ancora e ancora. Sai com'è le cose brevi sono le più intense e quelle profonde le più durevoli.
Una manciata di briciole Francè. Di briciole sonore fatte in musica e velate di rock cantautorale c'avete regalato stavolta. Intime, libere, belle come 'nu cardillo'. Per chi c'ha voglia di volare un pò. Per chi sà aspettare. Aspettà che primavera sia.
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