Dopo il periodo con la BMG i 24 Grana tornano, con K-album, indipendenti a tutti gli effetti.
Ancora più indipendente e libera, se mai ce ne fosse stato bisogno, è la loro musica.
Il loro è un concept album che parte dalla lettera K, intesa come key, chiave e con questa lettera Francesco Di Bella decide di fare iniziare (quasi) tutti i titoli delle canzoni dell'album. Il risultato finale è un disco assolutamente meraviglioso, in apparenza sereno come un mare calmo, in realtà profondo, freddo, insidioso, avvolgente.
"Piccola kanzone per K" trascina subito l'ascoltatore dentro un vortice elettronico spezzato da una chitarra elettrica glaciale. Giuseppe Fontanella imbraccia invece lo strumento acustico per cesellare un capolavoro come "Kanzone doce", che sa essere morbidissima in superficie quanto dura e grezza nel contenuto.
Questa è la dicotomia che si ripropone all'infinito. La ruvidità delle parti elettroniche (chi si ricorda del musicista tedesco Falco?), accompagnate dal cantato in italiano, diventano la risposta alle melodie romantiche e amare in dialetto napoletano.
"Kanzone su Londra" miscela un arrangiamento elettro-dub raffinato e potente, che ben si adatta al clima plumbeo della città in questione.
Innocente e sensuale si rivela la voce di Libera Velo che aiuta Francesco a cantare l’ironica "Kanzone sul pisello", mentre assolutamete struggente è l'arrangiamento scelto per "Kevlar" con tanto di rumore di pioggia e pianoforte.
Troppo commovente anche per chi ha il cuore duro come kevlar...
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