Purtroppo c'è una recensione molto scarna su quest'opera, e quindi ne approfitto per dire la mia in un'altra maniera...
Innanzitutto, è il 1998. E' passato un anno dall'uscita dell'esordio "Loop", primo full-length per i 24 Grana dopo l'EP omonimo del 1996 contenente il primo singolo "Lu Cardillo" (in seguito re-inserito proprio in "Loop").
Adesso i nostri, pur senza la presenza di Pier Paolo Rossi e Andrea Esposito (ex componenti), decidono di proporci tale meraviglioso esordio in formato live, in un concerto registrato il 21 marzo al Teatro Nuovo di Napoli, loro terra madre.
Ma non sono solamente i pezzi di "Loop" quelli suonati. C'è anche "Scugnizzi (Il Canto Dello Scugnizzo)", riproduzione dub-rock dell'omonimo classico scritto da Eugenio Bennato, "Regina", pezzo già presente nell'EP del 1996, e l'inedito "Traveller-Maicasajusta", a mio avviso il capolavoro del CD.
Cosa colpisce di più di questo live? Secondo me il fatto che i 24 Grana sono stati in grado di rendere delle canzoni già belle in versione elettronica ancora più belle suonate con l'ausilio di basso, batteria e chitarra elettrica. Gli influssi "alla Almamegretta" sono rimasti (tutti e quattro i componenti si occupano delle programmazioni elettroniche), sono più induriti, ma le emozioni permangono. Forse è proprio questa la caratteristica della musica del gruppo napoletano: sono queste le canzoni che riescono a dare un brivido e a diventare subito parte di noi, parte di un momento che magari stiamo vivendo o abbiamo vissuto in precedenza...beh, devo dire che ci sono riusciti in pieno su quest'obiettivo.
Le canzoni meglio riuscite tra quelle non inedite? Forse "Treno", che dal vivo rende ancora di più che nella versione CD, poi "Patrie Galere", con quel finale molto reggae, "Introdub", la più Almamegrettiana di tutte (chi ha detto "Animamigrante"?) ed ovviamente "Loop", dove Renato Minale con il suo drumming aggiunge una ciliegina dolcissima su una torta già buonissima (chi vuol intendere intenda)...
Francesco Di Bella è dotato di un carisma e di una carica incredibili, nulla da invidiare a Raiz, a Cristiano Godano o a Manuel Agnelli (seppur essendo questi, a parte il primo, di regioni diverse). Ed anche gli altri componenti sono assolutamente meritevoli di tutto rispetto.
Simpatia e bravura allo stesso tempo fanno dei 24 Grana una band meritevole ma poco compresa al giorno d'oggi. Purtroppo.
Ma questo non è un demerito, nulla toglie al valore di questo cd, un disco da possedere e custodire gelosamente, a mio avviso uno dei live meglio riusciti (nel campo italiano) degli ultimi anni, non sfigura confrontandolo ad un "Aprite i Vostri Occhi", ad un "In Quiete" o ad un "Controllo Del Livello Di Rombo"...
Questo per far capire che a Napoli si trova musica di qualità se si cerca bene...
Ora invece aspetto di sentire per intero "Ghostwriters", sembra se ne parli molto positivamente...
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