Primissimo album dei 24 Grana, questo piccolo capolavoro racchiude sapientemente in sé tutta l'originale mediterraneità di questo gruppo italiano di cui dovremmo andare fieri...
Premetto che per oscuri motivi questo è l'unico loro cd che conosco, ma dal lontano 1997 continua a tirarmi all'ascolto ogni volta che mi capita sotto mano... sarà che in quei periodi, nel mezzo della mia adolescenza, tutto aveva un sapore particolarmente speciale; felicità o tristezza, spensieratezza o malinconia lasciavano comunque un segno più profondo in un cuore ancora molto tenero ed inesperto... questo fu il caso di questo cd che acquistai mosso quasi da volere divino (come per tanti altri che lasciarono e lasciano ancora un segno nella mia vita).
L'immagine esplicita di quell'arancia trafitta da una miriade di aghi (presente nel libretto del cd insieme ai testi) , ha preso col tempo sempre più significato nella mia vita, così come lo hanno fatto i testi che, fatta eccezione per "Loop", sono interamente cantati in napoletano.
Non c'è spazio per la spensieratezza in questo album... la bravura di questi ragazzi è un mezzo per dipingere atmosfere scure, sofferte, madide di sudori e tensioni... le sensazioni di dolce e calda oblianza sono consapevoli che dovranno cedere il posto all'ineluttabile irrequietezza e dolore, questo è senza dubbio il tema centrale di tutto l'album che risparmia comunque un paio di tracce,"Vesuvio" e "Lu Cardillo" per rendere grazie e celebrare appunto l'omonimo vulcano e l'amore.
Musicalmente parliamo di ottimi ritmi reggae/dub arrichiti da contorni elettronici che completano e danno colore e spessore a tutti i brani di questa "autobiografia musicale" capace di toccare profondamente il cuore dell'ascoltatore (in particolar modo di chi ha fatto certe esperienze di vita)...
Non voglio aggiungere altre cose, ma voglio lasciarvi il testo della magnifica "Loop", brano di grande atmosfera, che apre l'album:
"Secondo me, l'anima
È qualcosa che va più lenta del nostro pensiero
Fluttua lentamente
E il gioco della mente
la rende distante dal vero
A parte questo la parola
Rivolge da sempre il suo veloce programmare
Ad immagini che da sempre usa ricordare
Secondo me, l'anima
Cammina veloce quanto il ritmo
in un missaggio molto lento
Mi sublima pensare
Al moto circolare
Delle onde...
Nel mare trovo la rosa della lingua
Che spinta da una corrente sottostante
Lascia le onde litigare
Cosa che la testa, o almeno la mia testa
Si diverte ad imitare
Dalla brina alla schiuma del mare
A parte questo ritorno a pensare
Che per capire bisogna dilatare i riflessi
Renderci partecipi di processi, complessi
dello stato emotivo
Posto sempre sotto pressione
E lo sforzo ad agire diventa una mera ragione
Una scusa nella quale l'istinto si può rifugiare
Continuo a pensare
Al moto circolare
Delle onde..."
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