I 30 Seconds to Mars. Mai avuto voglia di ascoltarli. Anzi proprio evitati. Perchè i 30 Seconds to Mars sono degli Emo, sono dei buffoni, un banale punk-pop, magari anche fatto male. Un giorno però, quasi costretto da un mio amico, ho scaricato questo "This is War" e lo ho avviato, pronto a riempirmi le orecchie di m***a. E quel giorno ho avuto la riconferma che non bisogna credere agli stereotipi.
Si parte con "Escape", intro d'effetto, dove dopo il sussurro rauco di Jared Leto, esplode nelle orecchie l'urlo della folla. Interessante, ma un po tamarro. Ero ancora scettico. "La Nuit du Chasseur" ci surrurra la flebile voce di una francese. E ora si fa sul serio. "Night Of The Hunter", è il primo pezzo sostanzioso dell'album, e anche uno dei suoi capolavori. Uno stupendo mix tra suoni diversi: una tastiera pop, una chitarra punk, e una batteria quasi tribale. Jared comincia piano, poi ingrana, con delle armonie studiate magistralmente. Orecchiabile, ma d'impatto. Ed è questo il binomio vincente che caratterizza la prima metà dell'album. Pezzi di alto livello sono anche "Kings And Queens", "This Is War", dove Jared dà una prova delle sue doti vocali, ottime sia in un registro basso, quasi sussurrato, che in uno alto, urlato e esaltante, e "Closer To The Edge", cioè i tre singoli di maggior successo. Vero capolavoro dell'album è "Hurricane", riuscitissimo mix tra sonorità pop, tecno con un tocco di rock, dove parte del merito va a Kanye West, che crea una stupenda melodia nella strofa a lui affidata.
Pezzi più banali, ma di ottimo livello emozionale sono "A Call To Arms" (rinominata "Vox Populi") e "Search And Destroy". E qui il merito va a un idea geniale della band: far cantare la folla (e ci sono riusciti alla grande). Forse è proprio questo il punto più sorprendente di questo album, il coinvolgimento, che secondo le mie impressioni, è l'ideale principale dell'album. "We Are The Kings And The Queens", recita il ritornello della terza traccia. Nel video di "Closer To The Edge", tra i partecipanti sono annoverati "1 363 960 of you". E' questa idea di "Anche tu puoi fare parte di questo", che rende il tutto così esaltante. Sicuramente è più lecito pensare a una geniale trovata commerciale, però ascoltare l'album con questa convinzione permette di dargli molto più senso. E permette di emozionarsi, perchè questa non è musica per cinici.
Tornando alle questioni puramente musicali, l'album a un primo ascolto sembra molto vicino al pop e commerciale, ma l'errore che condanna questo genere di opere è escludere che qualcosa possa essere commerciale (o anche solo orecchiabile), e anche ben fatto, come in questo caso. Vanno infatti denotate, le stupende polifonie vocali, i suoni caldi e corposi delle chitarre, e la violenza con cui la batteria riesce a esprimersi, oltre all'originalità che caratterizza la prima metà dell'album, sia nei suoni sia nelle strutture. Quindi il mio consiglio è di eliminare ogni genere di pregiudizi nei confronti dei 30 Seconds to Mars prima di ascoltare quello che secondo me è un ottimo album, che voto 8.
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