Tornano i 36 Crazyfists che dopo l'ottimo "A Snow Capped Romance" rilasciano per RoadRunner il naturale seguito "Rest Inside the Flames". Dico il naturale seguito perchè basta confrontare le copertine di questo e del precedente per intuire che un qualche collegamento c'è. Infatti se su "A Snow Capped Romace" c'era un cuore ghiacciato, su "Rest Inside the Flames" c'è un cuore avvolto dalle fiamme. Davvero niente male l'artwork ma andiamo ad analizzare nello specifico il disco in questione.

Il metal (melodico) suonato da quest'ottima band guarda oltre la negatività ed enfatizza aggressivamente la positività. Da qui nascono le canzoni che riguardano piccole cose della vita quotidiana.
Il cd si apre con un verso "abbaiato" che prende vita in un gridato culminante prima di estinguersi in un ritornello dove si contrappongono la melodia e la violenza.
A seguire "Felt Through A Phone Line" (meravigliosa) e "On Any Given Night", un raro caso in cui le urla sono quasi del tutto assenti.
Da annoverare "Elysium" violentissima e bellissima, una delle perle di questo splendido album, tra l'altro in collaborazione con il loro amico nonchè compagno di etichetta Howard Jones dei Killswitch Engage.
Fa sognare la canzone "Aurora" che parla della magnificenza dell'Aurora boreale e di come essa rifletta la magia dell'amore e della vita. Da segnalare anche l'emozionante "The Great Descent" che si  apre con un arpeggio risonante di chitarra e vocalità affrante dal dolore prima di entrare in una grandinata di beat sbattuti e secchi riffs.
Un'altra collaborazione la troviamo nella canzone "We Cannot Deny" dove fa la sua apparizione il singer dei Only Living Witness, Jonah Jenkins.
Il disco si chiude con la lenta canzone acustica "The City Ignites" che altro non è che la bellissima "Midnight Swim" (altra perla di questo cd) in chiave acustica. Una cosa alquanto originale per un gruppo metal ma davvero ben riuscita grazie soprattutto alla voce di Lindow.

Oltre ad essere liricamente più rivelatore, l'album è anche musicalmente meglio sviluppato e più potente dei lavori precedenti infatti sono presenti molti più double-bass che prima e molte più parti da mosh. I 36 Crazyfists sono sempre stati abbastanza potenti dal vivo, ma non era mai stato veramente traslato su disco prima d'ora. Sui loro live si diceva che fossero grandiosi, io li ho visti e posso confermare. Per chi non avesse avuto ancora il piacere, l’appuntamento è il 5 giugno al FlameFest di Bologna.

Non voglio esagerare ma questa è sicuramente una delle migliori uscite del 2006.

Fenomenali.

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