Incuriosito dai numeri delle vendite, intrigato dal nome d'arte che in qualche modo mi predisponeva ad un raffronto col nostrano Piotta (compagno di tante battaglie ai vecchi tempi), mi procuravo "Get Rich Or Die Trying" e cominciavo la ricerca di quanto più materiale possibile.
Nel caso di un artista per me nuovo, quest'ultima operazione solitamente mi porta via due spezzoni di giornata dopo il lavoro per la raccolta e i ritagli del fine settimana per l'analisi del materiale (rigorosamente accompagnato dall'album in repeat). Questa volta, invece, sono stato notevolmente alleggerito dall'accurata e sofisticata macchina promozionale allestita dal Mida Dr. Dre e dal suo entourage, quella stessa che asserve il più pubblicizzato e "apprezzato" rapper del momento, Eminem (senza dubbio quello che restituisce più utili alla propria casa discografica).
Senza dilungarmi sulle vicende penali che certificano il personaggio 50 cent, al secolo Curtis Jackson, come vero duro perfettamente inserito nel tessuto dei bassifondi metropolitani, questo tipo che si fa ritrarre in copertina con l'aria poco socievole, si cala perfettamente nel ruolo di nemesi di Eminem, con il chiaro intento di Dr. Dre di ricucire lo strappo da quella parte del suo pubblico comprante che rifiuta anche il solo concetto di un rapper che sia bianco.
Al di là di considerazioni su altri temi, ci troviamo di fronte ad un buon disco: voce profonda che sprizza "negritudine" da tutti i pori, sovrapposizioni e raddoppi di piste voce che denotano padronanza della tecnica rap, il nostro amico (io non ci litigherei) non si allontana mai da quel cantilenare e da quella modulazione alla fine delle rime, marchio di fabbrica di Dr.Dree, che lasciano perfetto equilibrio o "matching" tra le liriche e le sonorità.
Personalmente trovo sisa proprio questo il pezzo forte del disco: la produzione dei suoni, dalla selezione dei samples al loro cuci-scuci, passando attraverso la ricerca delle migliori ampiezze in cui inserirle (un lavoraccio), quindi una pregevole cura della velocità di battuta.
Alla fine il prodotto, nel suo genere, risulta pure raffinato.
Ricapitolando, Stelle si: 1) valore tecnico/esecuzione; 2)consenso/successo di vendita/presenza nel circuito; Stelle no: 1)originalità/capacità di influenzare opere successive/resistenza nel tempo; 2)apprezzamento soggettivo. Mi resta in sospeso solo la stella che attribuisco di solito per il valore artistico dell'opera... sono passati giorni e non ho ancora deciso: per quella parte del parametro contigua al valore tecnico ci siamo, per quell'altra, contigua all'originalità, no: il disco interpreta il format, non ne partecipa all'evoluzione, non aggiunge nulla a quello che verrà.
Provo a ruotare il problema, cerco di accostarlo ad un'opera da appendere e vedo una stampa. Una di quelle stampe commerciali che con la cornice a vetro che tanto bene partecipano ad arredare un appartamento. Ma qual'è il messaggio che ci trasmette il nucleo del disco? Decido di risolvere il problema risalendo dalle sue radici, e vado a ritroso al cuore del rap: il testo. In meno di 30 secondi vado sul sito ufficiale alla traduzione di "in da club" (bellissimo) e, tra le varie, leggo: "...Guarda piccola, ho delle pasticche di extasy se sei una tossicomane... ...La gente ha sentito che mi sono affiliato a Dre, adesso vogliono mostrarmi rispetto... 50 cent perde la stella e io un'altra scaglia di entusiasmo per la società statunitense.
Notazione personale: la voce di Eminem in questo disco (traccia 3), tanto importante per tirare la volata commerciale, mi ha ricordato il sapore del cacio sugli spaghetti ai frutti di mare...
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