Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna.

Così visto che i 65 non riescono a sbarcare in italia, ho deciso di sfruttare una settimana off che avevo per vedermi Berlino e i 65. Sfortunatamente il giorno del concerto di Berlino dovevo sostenere un cazzo di esame, per cui l'unica possibilità che abbiamo, io e il fido randagio, è quella di spingerci nella più bucolica sassonia per vedere i nostri beniamini di Sheffield.

La cosa che non ti dicono è che in Germania un treno che non faccia 5 cambi e non impieghi 8 ore a fare 300 km per due persone costa come una playstation 3. Quindi visto che ovviamente alla playstation non si gioca più da mò dobbiamo subirci le 8 ore di andate e le 7 di ritorno e i vari cambi. Ma ci piace, molto romantica come cosa di questi tempi, la vediamo come un avventura a là when we were younger and better.

Così dopo svariati panini di plastica, the con latte in tazze di polistirolo, cruciverba e buona parte di Jpod di Coupland arriviamo in loco a Munster alle sette di sera. Troviamo facilmente il locale e ci concediamo un kebabbone ammazzastomaco guardando i Classiker della bundesliga. Si fan le nove.
Ci presentiamo al locale, che è piccolo e raccolto come piace a me, beviamo un paio di birrette mentre non notiamo il gruppo spalla, cioè non è che non li guardiamo, ma la tensione è a mille e non ce ne frega dell'ennesimo simil Oberst con i pantaloni stretti. Passano alla svelta, qualche loro amico fa delle foto, ringraziano, dicono che è la prima volta che se ne escono da NY e iniziano a smontare. Poverini mi fanno quasi tenerezza a sto punto.

Cala il sipario (per davvero) suonano i remix delle canzoni commerciali di Unreleased/Unreleasable, i 65 iniziano a montare le loro dodicimila attrezzature, io e il randagio ci posizioniamo in prima fila, ci togliamo la felpa e siamo pronti a morire. Si alza il sipario e da qui non riesco più a descrivere molto, so solo che in una pausa Joe chiede al pubblico how are you guys? e  io sono il primo lesto a rispondere Happy. Il resto è un susseguirsi di emozioni ben note, ma che non accennano mai a scomparire ogni volta che li sento dal vivo, dalla simpatia verso il vichingo Simon che sembra dia delle zappate alle corde del basso invece di suonare, alla incredulità per la tenuta delle articolazioni delle ginocchia di Paul, alla gran simpatia per la scarsa loquacità di Joe che al microfono oltre a dire giusto un paio di cazzate proprio non ci sa stare.

I suoni che di solito sono perfetti, stavolta sono un po' fatti peggio, non so se per problemi tecnici o per scelta, ma la chitarra di Joe suona un pò più ruvida del solito, anche se alla fine chissene incula. Purtroppo tutti questa voglia di saltare e pogare come se avessi ancora 18 anni finisce, i ragazzi se ne vanno nel backstage e non concedono un bis. E' la centesima data dell'anno, l'ultima per i robot di Sheffield.

Dopo una qualche chiacchera con Paul (MEGAMICIZIA altro che!!!) inizia la nostra lunga notte alla stazione di Munster in attesa del regionale delle 5.04, condita da screzi con il garzone strabico (e testa di cazzo) dell'unico caffe aperto e da una continua ricerca di un posto caldo dove sederci. Sedici ore, una buona doccia e innumerevoli sbatti dopo siamo di nuovo sulla prenzlauer allee e incontriamo il mio amico che ci ospita e che ci chiede was it worth it?, io rispondo parafrasando Tommy Johnson in perfect cockney accent of course it fuckin was son!!

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