S.O.S. LA MUSICA ITALIANA È MALATA (E GRAVEMENTE)
1999: "Grazie Mille". Con il titolo Pezzali ringrazia gli sventurati che hanno sborsato fior di quattrini per acquistare il disco. Altro che ringraziamento ci vorrebbe per questi sciagurati, io avrei direttamente intitolato il disco: "Scusate Tanto", perchè non contiene musicalmente nulla di buono. "Grazie Mille" è la title-track che apre l'album: 'Quando si vedono le montagne che non c'è foschia quando le vacanze iniziano e quando poi torno a casa mia. . . Grazie Mille' Ci canta il poeta Pezzali in un inno alla vita banale come l'elenco della spesa. Non migliora per nulla il livello nelle tracce successive, anzi...
Degna di particolare attenzione è "Dopo Il Solito Bip" canzone insulsa, se presa sul ridere può scapparvi anche un sorriso (ma se ci avete speso dei soldi, al massimo un riso amaro). Se l'album era già ad un livello che rasentava il fondo, con questa ballata il nostro Max ha deciso di armarsi di pala e piccone e scavare ancora un paio di metri più in basso. Da questa: 'Chissà se risponderai e perchè non rispondi mai dovrà sembrarti che io casualmente ti chiamo non che mi sto massacrando cercandoti'
Quest'uomo odia i congiuntivi. Ma anche le idee creative. Ciò che più sconvolge di tutto il lavoro sono i testi, davvero terrificanti, di un'ingenuità e di una scarsezza di contenuti che anche per un tema delle elementari risulterebbero infantili. Sembrano infatti elaborati a mosaico, raccogliendo le classiche frasette scritte sui giorni festivi degli 'smemoranda' delle ragazzine delle medie. 'Errori io ne ho già fatti abbastanza se almeno poi però questa mia esperienza mi aiutasse a chiedermi riflettici aspetta un secondo.. .' Da "Almeno Una Volta".
Gli 883 dopo una manciata di dischi carini ed ascoltabili (prettamente adatti ad una fascia di pubblico adolescenziale) come "Hanno Ucciso L'Uomo Ragno" e "Nord Sud Ovest Est"... Terminato il briciolo di idea creativa che animava i loro lavori, invece di smettere hanno perseverato nel pubblicare album piatti e palesemente commerciali, con il comprensibile fine di continuare a gonfiarsi il portafoglio: il pubblico infatti non gli manca mai. Ma non come agli inizi degli anni '90, accidenti alcuni stanno capendo. Sento molte persone, molti artisti e critici italiani lamentarsi e quasi criticare i giovani che non riconoscendosi nella musica italiana, si innamorano di quella anglofona, quasi scartando a priori quella in cui sentono una strofa nostrana. Accidenti se quello che ci propinano i nostri artisti connazionali è questo allora ragazzi, fate non bene, ma benissimo. Non tutti gli artisti italiani sono su questo piano, però purtroppo noto che lo standard si sta preoccupantemente adagiando su questi infimi livelli.
La voce di Pezzali è come sempre abbastanza gradevole, ma da qui a trainare un intero album di dieci pezzi ce ne vuole proprio. Questa non è musica, è business musicale fondato su una totale mancanza di ispirazione e di talento creativo.
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