"Quello che penso

così in un momento

è in corto circuito

con quello che sento"

Adesso voglio soffermarmi sui 99 Posse.

Noi li conosciamo per la loro musica, definita da loro stessi "bastarda" perché "se ne frega di tutto e tutti". Peccato che nel fregarsi di tutto e tutti il signor Luca "Zulù" Persico e soci abbiano ricevuto un bel po' di denunce. E nel corso degli anni si è pure capita la vera personalità del primo, che ha mostrato un bel po' di incoerenza ed ipocrisia, a differenza degli altri componenti. Qui su DeBaser ci sono alcune prove, da ciò che ho notato. Non posso negare che ho un certo disprezzo nei confronti di Persico come persona, sia per come si pone al giorno d'oggi al pubblico sia per come ci ha preso in giro.

Però, almeno fino al 2000, non posso negare che i 99 Posse abbiano fatto uscire dei lavori musicalmente molto buoni anche se con qualche imperfezione. Questo "Corto Circuito" non fa eccezione.

E' il 1998. Sono passati due anni da "Cerco Tiempo", primo disco con la presenza della voce di Maria "Meg" Di Donna, nuova entrata della band dopo l'addio (che poi non si è rivelato proprio un addio) dei Bisca (Sergio "Serio" Maglietta ed Elio "100Gr" Manzo), e che personalmente non ritengo all'altezza del disco recensito e del successivo "La Vida Que Vendrà". Scordiamoci il sound leggero (in parte) del buon esordio "Curre Curre Guagliò", qui le basi sono molto più pesanti. E la traccia iniziale "Buongiorno" ce lo dimostra in pieno. Un groove molto techno fa da sottofondo all'ottimo rappato di Zulù...

"Buongiorno / è schiarata ‘a matina e so tre ghiuorne ca nun dormo / buongiorno / st'addore ‘e cafè ca se diffonde tuorno tuorno e che r'è / Napule se sceta e 'o mare brilla pe' cuntuorno neh uè"

L'impatto è devastante, ed è presente anche una simpatica citazione di Ufo Robot ("Mi trasformo in un razzo missile, con circuiti di mille valvole").

La titletrack è un altro dei punti più alti del disco, con una Meg più in forma che mai ("Io voglio tutto, anche l'impossibile, io voglio tutto ma sarà implacabile"), e una chitarra accattivante dal suono molto "spaziale"...

Quando arrivano i Subsonica nella seguente "Me Siente?" la chitarra di Max Casacci e la voce del buon Samuel la fanno da padrone sul beat dei 99 e sulla voce di Zulù, e si alza il livello del pezzo in sé che non è un capolavoro a mio avviso, ma nemmeno brutto.

"Lettera Al Presidente" è una canzone molto particolare dove Luca si lascia andare dicendo la sua al presidente d'Italia (mi pare), a volte con termini a mio avviso risparmiabili ("maledetto il tuo dio"), e alla fine decidendo di esclamare un sano "votta ‘o sciato a ‘ppunente". Anche questa l'ascolto volentieri, ma non è una delle migliori canzoni del disco. Non servono presentazioni su "Quello Che", la conosciamo un po' tutti... dico comunque che con questo pezzo si ritorna a livelli altissimi, presentando un ottimo drum beat ben in linea con la voce di Meg.

"Era Na Vota" è uno dei miei pezzi preferiti del disco...una storia di una terra nella povertà raccontata attraverso una base dub molto alla Almamegretta (potrebbe essere uscita da "Animamigrante" la canzone in questione!), con la collaborazione del mitico Daniele Sepe che suona il flauto e il richiamo per colibrì (!). Ci sembra di sentire delle goccie cadere dal soffitto sentendo l'introduzione di "Vulesse"... canzone dove Meg non dà il meglio di sé stessa, ma Zulù sembra saper colmare la lacuna, rappando ottimamente versi quali "Vulesse ma nun pozzo e allora faccio sulamente capa e ‘ccesso".

Chitarrone a profusione nella meravigliosa "Focolaio", un altro dei miei pezzi preferiti...

"La mia testa è un focolaio di sovversivi / rubano, dormono, sbagliano, sbadigliano / ridono, partono, arrivano, piangono"...con un ottimo intermezzo arabo con alla voce Marzouk Mehri come ciliegina sulla torta.

"Bon Voyage", scritta con la collaborazione di Valerio Jovine, parente di Massimo (non so se è il fratello), colpisce subito con i suoi suoni molto acidi, ed un ritornello trascinante ("Cammino sull'orlo del baratro come se / non mi importasse più niente di me") dove Meg riesce a riprendersi in positivo. "Nell'Era Della Confusione Semiotica" e "Siente ‘O Fank", di cui l'ultima con la presenza di Papa J e Speaker Cenzou al rapping, sono due canzoni semplici, che non lasciano troppo, ma anch'esse abbastanza ascoltabili. Da segnalare l'ottimo uso del sample della sigla di "Sandokan" targata fratelli De Angelis, nella seconda.

"Pagherete Caro" è ottima per chiudere un disco molto buono... liriche anch'esse abbastanza pesanti, e c'era da aspettarselo ("il simbolo italiano è la bandiera, e a me della bandiera italiana me ne passa p' ‘o cazzo", "anatema a te e ‘a rivolta padana"), ma sonorità pienamente in linea con il loro stile... con un ottimo uso del coro finale simile a quello delle rivolte, per rimanere in tema, ed una chitarra wah wah che amalgama bene il tutto.

Beh, non posso negare, finito il CD, che è uno dei migliori lavori della seconda fase dei 99 Posse (quella con Meg).

Perché al di là di com'è andata a finire (specie grazie ad una certa perdità di credibilità e alla sopraccitata ipocrisia di Zulù), questo disco, se lo si avvicina senza pregiudizi, è molto buono, pieno di alcuni difetti ma degno di essere ascoltato più di una volta.

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