Dei Blink 182 con i breakdown.

Credo che definizione più adatta, seppur azzardata, non ce ne sia, e questo (relativamente) nuovo lavoro sotto Victory ne sia l'ennesima prova. In poche parole, "Homesick" riprende senza indugi il percorso intrapreso già con il debutto "For Those Who Have Heart" (ossia una sorta di Hardcore moderno in salsa pop che sta già spopolando in mezzo mondo) pur non possedendo quello spirito di spontaneità che era stato il punto di forza del primo disco, e cosa vorrà dire nello specifico? Vendersi il culo, ecco cosa vuol dire. Puntare sul sicuro, questa è la filosofia regnante in "Homesick": refrain che più mainstream non si può, breakdown ed accelerazioni dal sapore adolescenziale, una produzione fin troppo curata e decisamente fuori luogo (stiamo parlando di un gruppo che a malapena sa fare qualche power chord...), persino un paio di ballad, se per così dire, dai testi ancor più discutibili. E se come me apprezzerete ad una prima impressione questo tipo di soluzioni senza dubbio originali (i Death Before Dishonor che coverizzano Justin Timberlake rendono bene l'idea), già dopo qualche ascolto più approfondito salterà fuori che, oltre a ribassare ulteriormente le chitarre in un paio di pezzi, il gruppo ha ben poche cose da dire già al secondo disco.

"The Downfall Of Us All" è carina ma niente di più e ricorda tremendamente un'altra canzone del disco, ossia "Another Song For The Weekend", stesso discorso per "Mr. Highway's Thinking About The End" e "Welcome To The Family", per non parlare degli esperimenti mal riusciti di "Have Faith in Me" e "If It Means A lot to You", dove è presente pure una voce femminile, in cui il gruppo si cimenta in maniera assai discutibile in un genere che dovrebbe lasciar fare a gente come i Paramore. Il resto come potete immaginare non si discosta poi tanto dalle sopracitate, con sprazzi di genuinità presenti soltanto in un paio di episodi, come "My Life For Hire" e "I'm Made Of Wax Larry What Are You Made Of?", senza dubbio le migliori del disco.

Nonostante sia un bel modo per intrattenere una festicciola, "Homesick" non è assolutamente niente di più, rappresentando un passo indietro persino rispetto all'accettabile debutto "For Those Who Have Heart", e lascia intravedere una preoccupante involuzione verso territori sempre più mainstream per ciò che sarà il futuro prossimo della band. Diamo contratti a gente così e poi ci lamentiamo che il Grind va di moda tra gli emo...?

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