Ci sono voluti quattordici, lunghi anni di attesa per avere un terzo capitolo nella saga degli A Perfect Circle, band nata come "luogo di vacanza" per Maynard James Keenan (coadiuvato dal chitarrista Bill Howerdel), per i pochi che non lo sapessero frontman degli amatissimi Tool.
Con il progetto "principale" fermo al quarto album, pubblicato ormai nel lontano 2006 (e con un quinto album che ormai è ufficialmente il "Chinese Democracy" del prog metal), è il momento per Keenan di ridare vita alla creatura che lui considera la controparte più morbida e meno verbosa dei Tool.
Per farlo, cambia di nuovo l'ossatura della band (dentro Matt McJunkins, Jeff Friedl e addirittura James Iha alla sei corde assieme ad Howerdel) e finalmente vede la luce questo nuovo "Eat The Elephant", a rompere un silenzio che durava ormai dal lontano 2004 (se si esclude l'inedita "By And Down", inserita nel greatest hits pubblicato nel 2013 e qui riproposta in versione più oscura e decadente).
Per la prima volta gli APC si affidano ad un produttore esterno, il solido ed esperto Dave Sardy, ed inseriscono in scaletta dodici pezzi che variano tra le atmosfere più disparate, riuscendo incredibilmente a convincere appieno da cima a fondo. Oneri ed onori dell'aprire le danze spettano alla titletrack; scelta sorprendente, visto che si tratta di una ballad molto scura, completamente incentrata sul piano e dal cadenzato andamento trip hop. Brano nato come potenziale collaborazione con il compianto Chester Bennington per l'ultimo album dei Linkin Park, idea abortita visto che il disco in questione prese una piega troppo pop affinché il pezzo potesse essere coerente con la strada intrapresa.
Si prosegue con il secondo singolo "Disillusioned", anch'essa guidata dal piano (predominante nello splendido minuto di break centrale, ad arricchire la meravigliosa voce di Keenan) ma con la chitarra di Howedel a ricamare un trama in pieno stile APC. Anche "The Doomed" (scelto come lead single) prende la via del classico sound della band, spingendo maggiormente l'acceleratore al punto di vista dell'aggressività; rabbia che raggiunge il proprio culmine nella sublime "TalkTalk", il brano più duro ed aggressivo del lotto.
Altrove le atmosfere variano di più; troviamo la cupa e bellissima "The Contrarian", una "Hourglass" che immerge il proprio andamento robotico e regolare in un afflato industrial, due numeri altamente melodici come "So Long, And Thanks For All The Fish" (in pratica il primo pezzo squisitamente pop rock prodotto dalla band, addirittura radiofonico) e l'ottima "Delicious", una "Feathers" che recupera di nuovo il sound dei primi APC, prima della chiusura con "Get The Lead Out", ultimo pezzo scritto per il disco e summa di quano sentito finora, con un più un arrangiamento che sembra richiamare gli esordi solisti di Thom Yorke con "The Eraser".
Un grande ritorno, questo degli APC, e dopo tutti questi anni non era affatto scontato. L'accoppiata Keenan/Howerdel colpisce ancora e dimostra di avere ancora buone frecce al proprio arco.
Brano migliore: TalkTalk
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