Vi sono opere della millenaria sapienza umana e dell'ingegno dettato dall'esperienza primordiale di chi ci ha arcaicamente preceduto che spesso sono aprioristicamente destinate al vituperio, al pubblico ludibrio e all'oblio; questo nonostante la irrefutabile, universale grandiosità espressiva in esse contenute.
Talvolta sopravvivono grazie al culto carbonaro di pochi, anzi pochissimi illuminati.
Ma chiunque abbia avuto la fortuna, olfattiva e papillare di venirne a contatto, non ha potuto che inginocchiarsi di fronte a cotanta arcaica forza della natura e a siffatta magnificenza.
Anche i più impreparati e deboli (di stomaco) si son dovuti inginocchiare: talvolta di fronte al WC.
Ma non curiamoci di codesti stolti.
Parlo di una tra le Opere più magniloquenti che la civiltà umana abbia saputo creare: perché all'interno di queste pastose, cremose, vive cavità vi sono generazioni (e generazioni) di sapienti tradizioni tramandate esclusivamente per via orale.
Un'opera senza tempo, dal sapore millenario.
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