Un obiettivo assai nobile, quello della Cultures of Soul: recuperare e salvare dall’oblio tutte le più brillanti gemme funk, soul e R’n’B registrate nei decenni scorsi da artisti provenienti dagli angoli più remoti del pianeta, la maggior parte dei quali assolutamente sconosciuti dalle nostre parti. Dopo averci fatto scoprire cosa si ballava in India, Brasile e Sudafrica nell’epoca d’oro della disco music, l’etichetta di Boston ci porta ora nel ruggente Giappone degli anni ottanta con questa compilation intitolata “Tokyo Nights: Female J-Pop Boogie Funk 81-88”.

Un decennio di boom economico ed enormi progressi tecnologici per il paese del Sol Levante, che cominciava timidamente ad aprirsi al resto del mondo esportando immortali simboli pop come i manga e i videogiochi Nintendo. Le città iniziarono a trasformarsi in metropoli da milioni e milioni di abitanti, affollate da giovani attratti da uno stile di vita più moderno e in linea con il gusto occidentale. Chissà quanti di loro avranno ballato, nelle discoteche di Tokyo e Osaka, sulle note di uno dei dodici brani di questo album, che raccoglie le migliori voci femminili di quel patinatissimo calderone di stili e suoni diversi passato alla storia con il nome di city-pop. Il progenitore del moderno J-pop nacque come una sorta di grande rilettura in salsa nipponica dei generi più popolari nelle radio americane ed europee: dall’AOR alla disco, passando per il boogie e il synth funk reso celebre da artisti come George Clinton e The Gap Band.

I risultati furono abbastanza convincenti da riuscire a conquistare senza troppi problemi l’etere e le piste da ballo giapponesi, dove non è difficile immaginarsi le schiere di yuppies che, dopo giornate di duro lavoro negli uffici di Shinjuku, andavano a scatenarsi sul contagioso groove alla Earth, Wind & Fire di "Exotic Yokogao" di Hitomi Tohyama, presente nella raccolta anche con un’altra piccola perla disco intitolata "Wanna Kiss" che, nonostante il giro di basso rubacchiato da "Another One Bites The Dust" dei Queen, sa farsi apprezzare per gli inserti di fiati e gli interventi delle coriste.

In molti casi ci si limitava a realizzare brani modellati totalmente seguendo gli esempi dei produttori internazionali più in voga: in questo senso "Dancin’" di Junko Ohashi e "I’m In Love" di Aru Takamura non stonerebbero affatto in lavori a firma Quincy Jones o Nile Rodgers. Decisamente più originali e interessanti gli episodi meno convenzionali, come il pastiche tropical pop-rock "Kareniwa-Kanawanai" di Mizuki Koyama, la princeiana "T.N.T" di Rie Murakami e la languida "Mystical Composer" di Kikuchi Momoko, ideale colonna sonora per una puntata di Miami Vice ambientata sulle spiagge di Okinawa. Tra alti e bassi, “Tokyo Nights: Female J-Pop Boogie Funk 81-88” è un viaggio nel tempo che vale la pena di intraprendere anche solo per un ascolto, sognando le accecanti luci al neon delle metropoli giapponesi in un’epoca frenetica ed esagerata come quella degli anni ottanta.

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