Chiedo ad un mio amico, maniaco di sonorità oscure e disumanizzanti, un consiglio musicale: "Hai qualche nome da consigliarmi per deprimermi ulteriormente tramite note e rumori?". Lui risponde dicendomi: "Parli di roba black metal, doom, neofolk o gothic rock?", io ribatto con fare sarcastico: "Basta con le solite cose! Parlo di sonorità inusuali e sorprendenti!". Il tizio mi guarda con uno sguardo perplesso e, dopo qualche attimo di titubanza, se ne esce con un nome impronunciabile: "Aäkon Këëtrëh!!".

Torno a casa, cerco notizie sul soggetto in questione ma, con stupore, noto che nemmeno il web è in grado di comunicarmi molto a riguardo. Si vocifera che tale Aäkon sia stato, in realtà, il leader di una black metal band francese, un tizio delirante e fautore dell'estinzione del genere umano. Solita solfa nevvero? Sì, si tratta della solita e noiosa solfa! Ma come suonerà mai questo Aäkon Këëtrëh e quanti dischi avrà mai pubblicato? Il web, pur essendo a corto di informazioni, mi informa che Aäkon ha pubblicato solo tre demo tape, tutte e tre risalenti ai primi anni '90! Come reperire, allora, questo materiale? Impossibile a mio avviso! Fortuna che, ma non ditelo a nessuno, il Mulo è sempre pronto a darmi una mano!

Ed eccomi qui, allora, a recensire "Dans La Foret", nastro pubblicato nel lontano ed ormai preistorico 1996.

Come dite? La copertina è piuttosto scontata? Sì ma anche estremamente povera! E la musica? Ancora più povera!

Infatti ci troviamo di fronte ad una proposta che con il metal NON HA NULLA a che spartire ma che, anzi, si posiziona all'interno dei lidi dark-ambient più tetri e minimali.

Gli strumenti utlizzati? Una chitarra e, in una sola traccia, un synth! Pochissime voci, niente basso e niente batteria! Solo, o quasi, riffs sfumati di chitarra, riffs malinconici e gelidi come un pugnale di ghiaccio. Musica evocativa, disperata che, in taluni passaggi, ricorda il Burzum più ambientale e meno metallaro.

Una demo, quindi, da ascoltare solo se psicologicamente predisposti e solo se capaci di radere al suolo ogni residuo di calore umano.

Innovazione assoluta? Genialità? No. Si tratta semplicemente dell'onesto lamento di un autentico spettro.

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