Aaron Sorkin, storia di un autore

Aaron Sorkin, da oltre un decennio - ovvero da quando il suo talento è stato evidente a tutto il mondo per via del capolavoro The Social Network -, è tra i più noti e straordinari sceneggiatori americani. L'epocale film di Fincher, che ricostruiva e metteva in scena la parabola di Mark Zuckerberg da poco prima della fondazione di Facebook fino al momento in cui l'imprenditore ed ex nerd diventava uno degli uomini più ricchi e influenti del pianeta, faceva sfoggio di dialoghi serratissimi; brillanti, puntuali ed acutissimi. Che sapevano restituire in senso della rivoluzione che ha forgiato, nel bene e nel male, la nostra epoca ed i cambiamenti nelle relazioni sociali.

Dopo The Social Network, sono venuti altri eccelsi lavori di scrittura, poi diretti da registi come Bennett Miller e Danny Boyle. L'arte di Vincere e Steve Jobs sono due ulteriori esempi dello stile di Sorkin. Uno stile che dona profondità e intelligenza ad ogni situazione, ad ogni dialogo.

Dopo questi due, Sorkin inizierà a dirigere in prima persona i propri lavori. Ne nascono Molly's Game, esordio come regista, Il processo ai Chicago 7 ed ora quest'ultimo: A proposito dei Ricardo. Uscito in Italia direttamente su Prime Video a fine dicembre 2021, dopo un breve passaggio in sala negli USA. Necessario per garantire l'eventuale candidatura agli Oscar. Che in questo caso ha significato tre nomination, per i due protagonisti Nicole Kidman (a tratti irriconoscibile) e Javier Bardem e il non protagonista J.K. Simmons. Tutti e tre eccezionali, ma nessuno infine premiato.

MACCARTISMO, PUZZLE TEMPORALI E TELEVISIONE DI MASSA

A proposito dei Ricardo riporta ad un'epoca cruciale della storia statunitense. L'epoca triste del maccartismo, in cui, nel dopoguerra e nei primi anni '50, iniziarono anche ad affacciarsi i primi fenomeni televisivi di massa. Charlie Kaufman, un altro celebre autore la cui parabola è simile a quella di Sorkin, affrontò in modo diverso tematiche non dissimili in Confessioni di una mente pericolosa, per la prima regia di George Clooney. Quest'ultimo ambientato negli anni '60 della guerra fredda e dei primi quiz televisivi. Sorkin, invece, alle prese con la serialità da sessanta milioni di spettatori: come se un programma fosse seguito dall'Italia intera di oggi, per intenderci sulla portata del fenomeno che fu la sitcom Lucy ed Io.

A proposito dei Ricardo, attraverso un sapiente puzzle di incastri temporali, mette in scena, oltre a questo ritratto d'epoca, il processo di scrittura e realizzazione di un prodotto televisivo. I rapporti umani sul set, la rivalità tra le grandi case produttrici.

DA DOVE VENIAMO: L'INTRATTENIMENTO MODERNO

Sorkin, che fa anche ricorso alla tecnica del falso documentario (con relative finte interviste), come il Woody Allen di Zelig e Accordi e Disaccordi, dialoga col pubblico riguardo all'epoca che ha dato origine alla nostra. E riguardo tutto quel che concerne, in generale, al grande mondo dell'intrattenimento e della giungla dello show business.

Ma più di tutto, questo di Sorkin è un film sull'America. Sul suo pubblico, sull'eterna e ciclica caccia alle streghe, su quella cultura della classe media nazionalpopolare che ha finito per influenzare il mondo intero negli ultimi settant'anni.

E a tal proposito, per capire il senso più profondo ed intimo di quest'opera bisogna risalire al titolo originale: Being the Ricardos.

ESSERE I RICARDO: IL MONDO IDEALE E QUELLO DELLA REALTÀ

Il titolo italiano, come spesso avviene, diventa fuorviante e banalizzante.

Being the Ricardos: "Essere i Ricardo", ovvero una famiglia. Fittizia, ma unita, ideale. Quel che vende(va) la TV nazionalpopolare, quel che vende il modello americano. L'american way of life. Quel che non esiste nella realtà, però. Quello che Lucille e Desi non erano nella loro quotidianità. Non per mancanza di amore, ma per le dure dinamiche della vita matrimoniale. E questa rappresentazione diventa così l'unico modo, per Lucille, di vedere realizzato il suo sogno. Il sogno di avere una casa, nel senso più metaforico della parola. Un rapporto vero e presente con il marito.

Indubbiamente il miglior lavoro del Sorkin regista fino ad oggi.

Carico i commenti...  con calma