Innanzitutto, vorrei dire che questa è la mi prima recensione, quindi spero siate abbastanza accondiscedenti.
Il disco in questione è "Sentenced to Death", degli inglesi Abadden, band sconosciuta ai più perchè di fresca formazione (appena del 2007), che esordiscono con questo full lenght dopo aver pubblicato nel 2007 il primo EP, con nome My Misery.
Da tempo si parla di un revival thrash, da una parte dei fan di vecchia data, dall'altra parte dai neo-fan, che essendosi inamorati di Metallica & Co., non aspettano altro che qualcosa di nuovo e fresco. E' doveroso dire però, che se il genere si era praticamente esaurito nei primissii anni '90, un motivo ci doveva essere; c'è chi dice l'avvento del death metal. Personalmente, credo che complessivamente si fossero esaurite le idee.
E non è certo questo disco a rivoluzionare chissà cosa: si tratta di un onesto disco thrash, come se ne son fatti a decine, ma credo che possa essere, in ogni caso, godibile. Per lo stile senza dubbio gli inglesi si rifanno ai Kreator (vocals), Exodus, Testament e Death Angel (riff ed assoli), il che questo potrebbe già far storcere il naso a più di un ascoltatore navigato di thrash, in quanto non c'è nulla di nuovo nel lavoro in questione. Nonostante questo, si devono dare almeno due meriti al disco: innanzitutto, non ci sono tracce che spiccano su altre (se non The Day of Reckoning, ma è un parere personale), il che rende omogeneo e compatto l'album. In secondo luogo, la produzione stratosferica data all'album dalla Rising records conferisce all'album un ulteriore punto in più per la godibilità dell'ascolto, grazie al suono pulitissimo disegnato da parte ritmica e chitarre. Come detto, le tracce sono abbastanza omogenee, e più o meno tutte sullo stesso stile (un fattore che potrebbe far piacere nel caso di gradimento del disco, ma che potrebbe contemporaneamente affossare il giudizio da parte di chi non apprezza).
Insomma, un lavoro che non regala assolutamente nulla di nuovo ad un genere che si vuole insistentemente riportare alla luce (senza capire che è un filone ormai privo di qualunque innovazione), ma che potrebbe risultare comunque godibile a chi il thrash lo ama in tutte le salse, e lo ascolterebbe anche al suo matrimonio. Ma, in ogni caso...
"L'Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire".
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