Gli Abaton sono una formazione forlivese attiva da meno di due anni che con il supporto della label nostrana Lo-Fi Creatures arriva nel 2011 alla pubblicazione del suo disco d'esordio, ovvero "Hecate" un album che con i suoi 30 minuti scarsi troverebbe una dimensione più consona sotto forma di EP piuttosto che di full-lenght.

Descrivere la musica delgi Abaton è più semplice di quanto non possa apparire ai primi ascolti, si tratta in sostanza di un mix tra Post Hardcore e Sludge in perfetto stile statunitese, un incrocio sonoro di grande voga negli ultimi anni che ha fatto la fortuna di molti gruppi, primi su tutti i The Secret. Un'appunto che è doveroso fare è che l'album viene ampiamente pubblicizzato dalla label e dalla stessa band come Black/Doom, ma ad un orecchio anche minimamente attento queste descrizione appare totalmente erronea se non quasi truffaldina, visto che nel sound e nell'immaginario concettuale degli Abaton non si trova nulla di tutto questo. Probabilmente è stata un'astuta trovata pubblicitaria per inserire il gruppo in una scena più semplice (se così vogliam' definirla) con un conseguente aumento dell'interesse da parte del pubblico, tuttavia non credo che siano motli gli ascoltatori che si lasceranno ingannare da una semplice dicitura.

Trovate pubblicitarie a parte "Hecate" è un album che si apre discretamente con due pezzi come "My Helvete" e "Nia" che con una mix di riff ben concepiti e una ritmica discretamente intrecciata sanno essere piuttosto accattivani. Superata questa prima porta l'album cade in un'accozzaglia di brani noiosi e sciapi, che non portano da nessuna parte con intruduzioni interminabili e una coposizione poco matura e approssimativa. "Hecate" si conclude con "Metamorphosis" brano che è stato da loro scelto come trainante ma che probabilmente è il più insignificante di tutto il disco, anonimo e per niente trascinante a nulla serve la partecipazione vocale in veste di special guest di Dorian Bones (vovalist nei Carone, Whiskey Ritual e proprietario della label degli Abaton) la quale presenza non fa altro che aggiungere una linea vocale anonima a quelle già presenti dei due vocalist della band che già di per se non brillano. Altro tasto dolente è la produzione eccessivamente riverberata che se da un lato rende bene nelle parti lente e cadenzate, dall'altro crea un pastone indefinito in tutte le partiture più furiose e andanti.

In definitiva "Hecate" è un album che fa trasparire alcune buone idee, ma che evidenzia come gli Abaton non siano ancora in grado di creare un lavoro abbastanza maturo e completo da risultare interessante.

Rimandati alla prossima release.

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