Money, money, money: non c'è niente di male nel voler arricchirsi, ma se l'arricchimento è basato sullo spu*****mento e sulla degradazione di quello che dovrebbe essere arte le mie palle cominciano a roteare a elica: prendiamo ad esempio l'ultimo fikissimo music phenom del momento in cui ho avuto il piacere di imbattermi, ovvero una specie di befana inespressiva con un'orrida capigliatura ossigenata stile R. Carrà, in arte Lady Gaga (e già per questo vilipendio nei confronti dei Queen dovrebbe stare a pulire i cessi alla Stazione Centrale, altro che hit parade...); questo non è pop, non è musica leggera: questa roba è pesante coma la sbobba dei porci e falsa e artificiosa come il labbro inferiore di Lilli Gruber, e questo attentato criminale al mio senso del bello e dello stile mi spinge a spegnere disgustato la TV e ristorare le mie orecchie con qualcosa che sia diametralmente opposto a tutto ciò: e così, mentre quell'assurda voce da camionista trans bulgara continua a rimbombarmi nel cervello comincio a pensare a un canto melodioso, alla voce d'usignolo di una bionda ragazza svedese: senza pensarci un'attimo, inserisco "Arrival" degli ABBA nel mio lettore CD.
Ascoltare, gustarmi ogni singola nota di questo disco ha lo stesso effetto rigenerante di una doccia fresca dopo una lunga giornata afosa: un album splendidamente concepito senza autori e produttori magnaccioni, solo con il talento e l'intenzione fare musica Pop, di intrattenere e divertire con stile e leggerezza, senza inutili e ridicole provocazioni: questa è stata la missione di Anni-Frid, Benny, Bjorn e della divina Agnetha (la mia cantante pop preferita), ancha a livello estetico, grandissimo esempio di come si possa essere sexy senza cambiarsi i connotati, apparire nuda a bagnaticcia in squallidi video musicali o baciare uomini, donne, cani e porci: una missione molto più difficile di quanto si possa credere, ma i Nostri l'hanno portata a termine nel miglior modo possibile, soprattutto in questo album, trainato da singoli come "Dancing Queen", "Knowing Me, Knowing You" e appunto "Money, Money, Money", ma la magia degli ABBA non si ferma certo a queste canzoni, per altro giustamente conosciute in ogni angolo del globo, da Miami Beach alla vecchia Bombay: la magia degli ABBA è l'irresistibile crescendo birichino di "When I Kissed The Teacher", è il candore angelico di "My Love, My Life", è l'esilarante attacco e il travolgente ritornello di "Dum Dum Diddle", è il ritmato pop rock di "Tiger" è la spensieratezza balneare di "Happy Hawaii" e del suo derivato "Why Does It Have To Be Me?" ed è anche la sperimentazione sonora della titletrack "Arrival" che forse non raggiunge la perfezione della mini sinfonia pop "Intermezzo No. 1" ma rimane un divertissement geniale, dall'atmosfera maestosa e rilassante al tempo stesso, che dà il definitivo colpo di grazia al mio disgusto e mi riconcilia con il mondo e tutte le sue creature, befane ossigenate comprese.
You're very special, you're not a bit of a bore, you have the talent for a wonderful thing, ‘cos i will always listen when you start to sing, My dearest ABBA, thank you for the music, the songs you're singin', thanks for all the joy and the fun you bring me.
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