"As good as new and growin' too
Yes, I think it's takin' on a new dimension"
"As Good As New"
1979, due anni dopo la rivoluzione punk, in pieno movimento new-wave e in coincidenza con il tramonto del prog... ecco che esce "Voulez-Vous". Primo album inciso dagli ABBA nei loro Polar-Studios a Stoccolma e destinati in breve a diventare un punto di riferimento per le registrazioni di molti artisti (Led Zeppelin e Genesis proprio nel '79); è un disco che di fatto celebra il periodo delle discoteche, delle notti calde e disimpegnate. Abbraccia le sonorità disco, funky e soft rock spesso stravolgendone la struttura in un gioco di incastri e combinazioni variopinte molto interessanti che portano al superamento di motivi e ritmiche ormai logore. Ecco che dopo "The Album", a distanza di due anni, il gruppo mantiene inalterato il successo nonostante un cambio quasi radicale di sonorità. L'Europa accoglie bene il disco e si dimostra in grado di capire e cogliere un fenomeno che sarà di grande interesse commerciale ma che ha alla base una matrice colta del vecchio continente che cattura il pubblico più fine (in Inghilterra "Voulez-Vous" volerà primo in classifica).
Prima traccia, "As Good As New" e prima sopresa una parte per archi che sfuma poi nel funky sostenuto cantato da Agnetha con un'apertura semplice semplice con nuovamente gli archi, un ritornello dalla presa micidiale inserito in brano complesso che trova proprio nel refrain una naturale liberazione. L'incipit della title track è tutt'altra cosa, minacciosa parte per synt su ritmo disco, suoni bassi ben calibrati e potenti (il suono della gran cassa batte, batte e si sente), brano cantato dalle due voci all'unisono e hand-clapping, ripresa per synt arabeggiante. Terzo brano e prima ballata per rifiatare un po', "I Have Dream" cantata da Frida, canzone semplice che si inserisce in una collocazione soft-rock. Arriva "Angeleyes", manuale del pop-rock per un brano dalle molte sfumature, accelerato nel ritmo, un crescendo verso il ritornello passando per passi sottolineati dalle voci di Frida e Agnetha che in poco più di quattro minuti danno voce alla mini sinfonia di Andersson-Ulvaeus. "The King Has Lost His Crown" è disco-music piena di contaminazioni, c'è una produzione dietro perfetta e ascoltando questo disco si ha la netta impressione che gli ABBA si intendessero moltissimo di tecniche di registrazione del suono, non c'è un difetto. Dopo la disco il rock'n'roll di "Does Your Mother Know", synt bass in apertura, ipnotico, che conduce all'esplosione di questa bellissima cavalcata cantata da Bjorn che vanta l'ennesimo ritornello stupefacente con il controcanto in falsetto di Agnetha e Frida. Segue "If It Wasn't For The Night", le prime note, quel motivo allegro ricorda qualcosa di recente... si quella "I Don'Feel Like Dancin' " degli Scissors Sisters, un po' di plagio a conferma dell'influenza degli ABBA. La seconda ballata, la celebre "Chiquitita" cantata da Agnetha e si chiude con il ballo invocato da "Lovers" e dalla voce calda di Frida e la delicata, all'inizio,"Kisses Of Fire".
Il mondo delle sonorità disco è stato trattato da altri gruppi, ma non avevano l'inventiva di questi incredibili svedesi (vedi i Queen di "Hot Space") che tutto quello che toccavano lo trasformavano in oro e che hanno inciso canzoni diventate patrimonio di tutti nel pieno rispetto della definizione di POP music.
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