Ero rimasto veramente deluso dal ritorno degli Exhumed, dal loro sanguinolento "Anatomy is destiny" ne era passata di acqua (di scarico) sotto i ponti e mi avevano ripagato con un dischetto pulito (che per una band che suona death/grind non é affatto un complimento) e stereotipato.

Tuttavia qualcosa mi diceva di non disperare, qualcosa di grande stava per accadere... quel "qualcosa" era l'ep "Coronary Reconstruction" degli Aborted, che precedeva di qualche tempo la bomba "Global Flatline", settimo disco del gruppo belga che si pone in cima alla classifica delle uscite brutali di questo inizio anno. Introdotto da una copertina tratta da una scorpacciata tra zombie dai colori sbiaditi, non deve farci ingannare, perchè questo (s)platter è tutt'altro che incolore o indeciso, casomai mostra l'evoluzione impressionante di questi carnefici che da "nuovi Carcass" (per i detrattori, cloni) diventeno semplicemente uno dei gruppi di punta degli anni Duemila.

Evoluzione, dicevo, perchè se negli assoli malati all'occorrenza lenti e/o melodicamente classici ci sono brandelli del succitato gruppo inglese, nei vorticosi rallentamenti non possiamo non notare l'influenza del tanto odiato (dai puristi del genere) deathcore, che rende il tutto un melting pot estremamente vario. Il collegamento alla frangia del nuovo metal estremo è ancora più visibile se tra gli ospiti troviamo i cantanti di Black Dahlia Murder, Benighted, Rotten Sound e Misery Index, comparse che lasciano comunque il tempo che trovano, poichè non esenziali. I primi quattro pezzi (cinque, contando l'intro) sono spaventosi assalti, veloci ma non tanto da sembrare sfoggio inutile di tecnica, rischio che il bravissimo batterista riesce abilmente a non correre. All'opposto un paio di canzoni che non impressionano come le altre, la sinistra e infernale "Of Scrabs and Boils" e "Vermicular, Obscene, Obese", le quali sono polverizzate all'istante dal teso incipit di pianoforte della "Expurgation Euphoria" che entra di diritto tra i pezzi più belli della band, da far scoppiare in lacrime gente come i Brain Drill che un pezzo di quel calibro non lo scriveranno mai.

Meditate, gente, meditate: la natura trasversale di questa album potrebbe convertire molti al lato oscuro del metal...

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