Vorrei aprire una piccola parentesi ne "Alla scoperta del Death Metal dimenticato" e parlare per un attimo del Death Metal (per fortuna) dimenticato. E a questo proposito, come non parlare degli Abscess?
Ve li ricordate gli Autopsy? Il nome Chris Refeirt vi dice nulla? Bravi, avete capito: la "mente" degli Abscess è lo stesso Chris che aveva suonato nei Death nel lontano 1987 e che poi aveva dato vita agli Autopsy nel 1989, mettendo un punto all' "Autopsia" nel 1995, dopo il deludente "Shitfun". Sappiamo tuti che il buon gusto non è di casa nei tetri meandri del Death metal e sappiamo tutti che lo è ancora meno presso il buon vecchio Chris; ma si sa, con il tempo i vizi peggiorano, e anche la stupidità, il marciume e l'ignoranza erano destinate a degenerare. Il risultato sono gli Abscess, teoricamente un tentativo per rifondare i defunti e incensati Autopsy ma in realtà uno squallido revival che tenta di rievocare le glorie del passato con un immenso carico di puttanate.
Il 1996 fu un anno d'oro per il Death metal: i Death approdavano a nuovi lidi con "Symbolic", i Deeds Of Flesh fondavano la nuova scuola californiana con "Trading Pieces", i Suffocation si riempivano le tasche con "Pierced From Within", i Cannibal Corpse si davano una spolveratina con Gorge Fisher e stampavano "Vile", i Cryptopsy pubblicavano quel capolavoro assoluto del Death Metal che risponde al nome di "None So Vile" e i Dying Fetus incidevano "Purification Trough Violence". Anche l'Europa era in fermento per il nascente movimento Melodeath e per qualche chicca come "Hate" dei Sinister. E gli Abscess cosa fanno? Semplice, da buon gruppo Raw Death involvono e pubblicano "Seminal Vampires And Maggot Men", un maleodorante sacco di letame che infangava il buon nome di gruppi quali quelli succitati; mentre tutti si davano da fare per suonare in maniera tecnicamente ineccepibile, loro suonavano vaccate da quattro soldi, mentre tutti approfondivano i temi di morte e orrore, loro li abbassavano a livelli da caserma, mentre alcuni provavano a inserire tecniche di composizione jazzistiche, loro attingevano dal più becero Death Grind di sempre.
In verità definire "Vampiri Seminali e Uomini-Verme" un disco Death è abbastanza approssimativo in quanto il sound proposto dai nostri è un Death Grind con forti (e ripeto "forti") venature Hardcore. "Ma fa schifo!". Esatto, fa schifissimo, questo disco è un secchio di guano; vorrei tuttavia fare una riflessione. Per quanto il sound sia diverso dagli Autopsy, il concept resta sempre quello di fare musica di merda per il piacere di fare musica di merda (e in questa definizione voglio includere il fatto di dire idiozie, suonare male, comporre male); ora, dati statistici dimostrano che gli Autopsy sono molto apprezzati tra gli amanti del Death quindi, per proprietà transitiva, anche gli Abscess dovrebbero esserlo. Invece, altri dati statistici, dimostrano che chi amava gli Autopsy odia gli Abscess; questo, sotto un profilo logico, non ha alcun senso! Personalmente non mi piacciono né gli uni né gli altri, solo che quest'ultimi sono arrivati tardi, in un momento storico musicale nel quale non aveva più senso fare così: insomma, ci avevano già pensato gli Impetigo e proprio non si sentiva il bisogno di un gruppo clone.
Le canzoni sono brevi (una media di due minuti a canzone per diciotto brani totali), ripetitive, e incommensurabilmente brutte. Qualche risata la strappano, niente da ridire su questo frangente, ma non basta dare titoli come "I Don't Give A Fuck" o "Burn, Die And Fucking Fry" per salvare le sorti di un album. Le chitarre, pur non essendo mosce, sembrano essere suonati da una banda di ragazzini scalmanati e non da gloriosi Death Metaller, la batteria sembra suonata a testa in giù (il rullante con i piedi e le casse con le mani) e il cantato è una specie di serie di versi e grugniti ben lontani dalla definizione di Growl.
Chi si aspetta un cd marcio rimarrà deluso; la proposta degli Abscess al loro esordio (poi muoveranno verso terreni più propriamente Death Metal) è avvizzita, fetida ma priva di quel fascino putrescente dei dischi degli Autopsy. Personalmente ritengo la copertina una delle più belle, idiote e grottesche della storia del metal, ma purtroppo non credo sia un buon motivo per tuffarsi alla ricerca di questo album.
Non passate notti insonni a chiedervi il significato nascosto di questo cd e non andate a Delfi apposta per consultare l'oracolo; probabilmente lo mettereste in difficoltà.
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