Il 22 Febbraio 1980, il cantante degli AC/DC (gruppo che ha sfondato negli USA e nel mondo con l'album "Highway To Hell") Ronald Belford "Bon" Scott (09/07/1946, Kirriemuir, Scozia), muore soffocato dal suo stesso vomito nell'auto di un amico. I fratelli Malcolm (06/01/1953, Glasgow, Scozia) ed Angus Mckinnon Young (31/03/1955, Glasgow, Scozia), chitarristi (di una famiglia scozzese da tempo trapiantata in Australia) della band, danno personalmente la notizia alla madre dello sfortunato singer.

«Dopo la morte di Bon, c'era venuta la tentazione di lasciare tutto, ma l'abbiamo subito rigettata. Sarebbe stato troppo difficile per me smettere. Siamo tutti giovani e facciamo quello che ci piace. Mi viene male solo a pensare d'essere altro che il chitarrista degli AC/DC. Sono sicuro che se fosse successo ad un altro, me compreso, il gruppo avrebbe preso la stessa decisione. Bon non avrebbe gettato la spugna. Non importa in che circostanza, abbiamo sempre fatto buon viso a cattivo gioco. Non abbiamo mai tradito nessuno. Certo, la morte di Bon mi ha sconvolto, mi sentivo come se avessi perso un fratello. Ma la vita continua» (Angus Young).                                         

«E' un miracolo che il gruppo abbia superato indenne la morte di Bon. Devo però anche dire che tutti quanti sono stati molto gentili con noi. Credo, infatti, che la gente ci ammiri molto di più per non aver mollato, quando il destino avverso ci ha colpito. Siamo ripartiti quasi da zero. L'album BACK IN BLACK è dedicato interamente a Bon, dal titolo alla copertina è un omaggio che gli rendiamo. In un certo senso, la sua morte ha contribuito a serrare le fila del gruppo. Mi ritengo fortunato d'aver continuato» (Malcolm Young)

«Una fottuta sorpresa! Stavo riformando i Geordie a Newcastle allorquando ricevetti la telefonata e nel momento in cui ne diedi notizia, nessuno ci voleva credere. Ancor oggi, non riesco a rendermi conto della mia fortuna» (Brian Johnson).

BACK IN BLACK (Atalantic Records, 1980) è il non-plus-ultra dell'hard rock. E' l'apice del genere. Quest'album chiude un discorso iniziato con "Led Zeppelin II" dei Led Zeppelin ed "In Rock" dei Deep Purple (Mark 2): il tutto avviene in una sola decade. Le 10 magnifiche hits, le conoscono oramai tutti. Questo è uno degli albums più venduti nella storia musicale. Un successo commerciale incredibile, per un lavoro discografico dedicato alla morte di un compagno di vita e fatto in fretta ed in furia cibandosi di dannazioni infernali ("Hells Bells"), spudoratezze sessuali ("Shoot To Thrill", "What Do You Do For Money", "Given The Dog A Bone", "Let Me Put My Love Into You", "You Shook Me All Night Long"), sporco business ("Back In Black"), tunnel viziosi con tanto di brindisi funerario ("Have A Drink On Me") e sano rock ‘n' roll ("Shake A Leg", "Rock ‘n' Roll Ain't Noise Pollution").

Perchè alla fine, ciò che conta è la musica. «Tutto nasce dal ritmo: è la base ed il "feeling" di ciò che suoniamo. Vogliamo che la gente risenta fisicamente l'energia che sprigioniamo: vogliamo che ingerisca ogni singolo watt» (Angus Young).

La produzione di John "Mutt" Lange, al riguardo, è preziosissima: già nel precedente "Highway To Hell", il basso di Clifford "Cliff" Williams (14/12/1949, Romford, Inghilterra) e la batteria di Philip Hugh Norman "Phil Rudd" Witschke (19/05/1954, Surrey Hills/Melbourne, Australia) ne giovano non poco rispetto alle passate produzioni di Harry Wanda & George Young. E se, per celate esigenze contrattuali, nei credits appare che le songs siano state scritte dai fratelli Young e dal neo arrivato Brian Johnson (05/10/1947, Newcastle, Inghilterra), in realtà, Back In Black, non è l'inizio dell'era Johnson, ma la fine dell'era Scott. Tutte le canzoni sono state scritte, come se a cantare dovesse essere Bon Scott e non Brian Johnson. La differenza con gli albums a seguire, durante tutta la decade '80, è fin troppo manifesta. Dall'equivoco, si uscirà solo ad inizio della decade '90, allorchè musica e testi saranno d'esclusiva pertinenza dei fratelli Young. In sede compositiva, il confronto tra Bon Scott e Brian Johnson non regge e pende tutto a favore del primo. Il secondo, però, è un gran interprete e fors'anche più cantante del primo. Quando Brian Johnson si scrollerà definitivamente di dosso il peso del suo predecessore, non mettendo più mano nei testi, gli AC/DC torneranno con "The Razor's Edge", "Ballbreaker" e "Stiff Upper Lip", i signori dell'hard rock: quello che musicalmente sarà pure morto, ma nell'anima non lo sarà mai.

«Il pubblico è la nostra ragione d'esistere. Se vediamo buttafuori che menano ragazzi che cercano d'avvicinarsi, li fermiamo. I ragazzi hanno pagato il biglietto e non sono aggressivi: sono solo eccitati. La colpa è della nostra musica: è sufficiente guardare Angus sul palco, i ragazzi sono come lui. Questo è il rock ‘n' roll: la migliore fottuta droga del mondo» (Brian Johnson).

Rock Profile (by Filippo Guzzardi): http://filippoguzzardi.blogspot.com/

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