Tetri rintocchi di campana e il riff di una sulfurea Gibson SG che si fonde con essa ci introducono alla leggenda: è "Hells Bells", è BACK IN BLACK! Alla voce c'è ora Bryan Johnson, ma dietro le corde sempre i f. lli Young che confezionano un'opera imprescindibile, capolavoro fondamentale per la storia dell'hard rock. Prodotto da John Lange (che curò la produzione anche del precedente HIGHWAY TO HELL), BACK IN BLACK è L'Album degli Ac-Dc, oltre 20 milioni di copie vendute che segnano l'apice compositivo dei Nostri e che li spediscono di diritto nell'empireo dei grandi del rock. Dieci eccellenti, indimenticabili perle che si fondono in un complesso maestoso che di minimale ha solo la copertina: logo Ac-Dc e titolo dell'album su un essenziale sfondo nero. Dopo l'opening "Hells Bells", brano costantemente riproposto nei concerti (così come quasi tutti gli altri di BIB), un giro di accordi ci porta alla seconda traccia: "Shoot To Thrill", pompatissima, una delle migliori degli Ac-Dc: dall'intro, alla ritmica incalzante, all'interludio, al cantato. Non c'è però tempo per pensare, i tamburi di Phil e il basso di Cliff ci accomagnano nella simpaticissima "What Do You Do For Money Honey" (il titolo è già un programma) che lascia subito il posto alla incalzante "Given The Dog A Bone". Con "Let Me Put My Love Into You" siamo al giro di boa: parte lenta, prima chitarra e batteria, poi tutti gli altri in crescendo per il chorus. La sesta traccia taglia il fiato sin dall'inizio con il mastodontico riff di Angus che ci introduce a "Back In Black", stratosferico tributo al compianto singer Bon Scott: tre accordi ripetuti all'infinito, la voce stridula di Brian, il groove della batteria di Phil ti martellano il cervello e ti sconvolgono il cuore per un pezzo leggendario. Arriva "You Shook Me All Night Long" ed è festa: prima Angus, poi Phil, poi Bryan, Malcolm e Cliff; tutti gli strumenti si inseguono in un incredibilie ritmo che fa di "You Shook..." la canzone più celebre degli Ac-Dc assieme a "Back In Black". La rovente "Have A Drink On Me" e "Shake A Leg" non reggono il confronto con le due precedenti, ma riescono lo stesso a entusiasmarti. Chiude "Rock And Roll Ain't Noise Pollution", che parte con un riff pizzicato da Angus, al quale si unisce subito dopo Bryan (non prima di essersi acceso una sigaretta) per incorniciare un autentico inno targato Ac-Dc.

Il rock non è inquinamento sonoro, forse il R&R è solo R&R (come dicevano Jagger e Richards), di sicuro con BACK IN BLACK gli Ac-Dc sfornano l'opera che li vedrà protagonisti per tutti gli anni ottanta (e che li farà campare di rendita vita natural durante!). Ciò che ha reso BIB un vero caposaldo dell'hard'n'heavy, oltre ai suoi celeberrimi riffs e micidiali assoli, è il fatto che questo viene dopo una produzione discografica di indiscusso valore: si pensi a opere come LET THERE BE ROCK (1977), POWERAGE ('78) e HIGHWAY TO HELL ('79). Inoltre la band ha avuto la straordinaria capacità di reagire alla scomparsa di un grande carismatico frontman quale è stato Bon Scott (morto proprio nel 1980, anno di uscita di BIB). Piacciano o meno gli Ac-Dc, BACK IN BLACK resta un album indiscutibile, insostituibile. Un album con cui ogni amante del genere deve prima o poi ascoltare (e amare).

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