Gli AC/DC hanno l'enorme fortuna di avere una schiera di fan disposti non solo a comprare ogni loro album, ma incapace di rendersi conto della sua bruttezza. E questo accade dal 1980. Perché purtroppo gli AC/DC dopo Back In Black sono diventati semplicemente ridicoli, adatti, come solo i Guns 'N Roses più di loro, allo status di "band amata da coloro che si spacciano per grandi fans del Ruock". Il problema è che Angus & co. hanno capito che ogni album che avrebbero fatto avrebbe fruttato suon di danari per un gruppo ormai morto e sepolto. e cosi Flick On The Switch, Fly On The Wall, Blow Up Your Video, The Razor's Edge, Ballbreaker, Stiff Upper Lip, Black Ice. E Non è detto che le cacche siano finite. Scelgo Ballbreaker sostanzialmente per due motivi: è stato recensito solo una volta, e positivamente, e perché è forse il più brutto della band aborigena.

Ma cosa dire di Rompipall... ehm, Ballbreaker?

Diciamo che la canzone traino è rappresentata da Hard As A Rock; decisamente più brutta del più umile dei brani dell'era Scott. Un riff pallosissimo e un testo allucinantemente banale ci "accompagneranno" per quattro minuti e mezzo. Anzi no, ben di più, perché seguono due suoi perfetti cloni: Cover in Your Oil e Furor. Brani nei quali le urla del pasciuto Johnson denotano tutto il suo (poco) talento. Tralasciamo quel patetico tentativo di tornare alle origini rappresentato da quell assurdo blues di Boogie Man. Già sentita mille volte anche Honey Roll, che però risulta meno disgustosa dei predecessori. Discorso analogo per Burnin' Alive. Degli irritanti coretti ci tormentano pe Hail Caesar. Identica a mezza discografia Love Bomb. Caught With Your Pants Down è come al solito dominata dalla nauseante voce di Brian. Evito di parlare di Wiskey On The Rock per non ripetere sempre la stessa storia. Segue Ballbreaker, sincero omaggio all'album.

Sono passati ben 51 minuti da quando abbiamo messo su il ciddì. Un'ora di disgusto totale. precisiamo cosa porta questo album ad essere così palloso:

 1. Le urla, mai così sgraziate, di uno dei peggiori vocalist del genere

 2. L'inavvertibile basso di Cliff Williams

 3. l'incredibile piattezza delle canzoni e il fatto che siano tutte uguali tra di loro

 4. La bruttissima copertina

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