Cosa si ricava quando una band all’apice della propria carriera decide di documentare una delle sue infuocate performance on stage? Semplice: uno dei dischi live più emozionanti di sempre, coinvolgente dalla prima all’ ultima nota.

Registrato nel 1978 durante il tour di supporto a 'Powerage', questo cd raccoglie gran parte del meglio prodotto fino a quel momento dal duo Young e da sua maestà Bon Scott. Un boato risuona. I 5 sono sul palco. Angus attacca Riff Raff. Il palazzetto esplode. Con la canzone simbolo del nuovo album si apre il concerto, fra cascate di elettricità e la voce di Bon al massimo dei giri. Si continua con Hell Ain’ t A Bad Place To Be, che adempie al proprio dovere: riscaldare il pubblico. Adesso è la volta di Bad Boy Boogie, che non è sicuramente una delle mie songs preferite, ma è innegabile che è una di quelle in cui la platea è maggiormente coinvolta; uso il partitivo perché il titolo di traccia più coinvolgente spetta alla classica The Jack, tuttora in scaletta dei loro concerti.

La calma che era stata portata da The Jack scompare non appena Problem Child irrompe con quel suo riff incendiario, proponendosi a pieno di ritto come momento più esaltante dall’inizio della performance. Si prosegue alla grande, con quella canzonetta che risponde al nome di Whole Lotta Rosie; che dire, uno dei riff più belli e famosi dell’Hard Rock, una delle poche canzoni degli AC/DC in cui il basso non c’è solo per scena, un ritornello stupendo, un ottimo assolo: perfetta.
Ma la carica di adrenalina non è finita: Rock N’ Roll Damnation, a mio parere l’episodio più bello di 'Powerage', uno dei testi più belli scritti dai canguri (sulla falsariga di It’ s A Long Way To The Top), e con la sua energia riesce ad emozionare chiunque. Segue ora l’unico pezzo tratto da High Voltage, che è proprio la title-track, “High Voltage, Rock n’ Roll”.

Siamo oramai in sede di chiusura, ma gli AC/DC non potevano lasciarci senza quel capolavoro di 'Let There Be Rock', che ha distanza di trent’anni non ha perso una briciola dell’ energia che emanava nel ’77. Per finire non c’è niente di meglio della rockeggiante Rocker, che fa ballare il pubblico e lo manda a casa sazio. Dopo gli elogi ci devono essere però anche le critiche.
La prima critica, nonché la più grave, è quella di aver snaturato la set list, cambiando l’ordine di quasi tutte le canzoni (a parte Riff Raff e le 2 finali) e non includendo Dog Eat Dog (senza apparente motivo, poiché con il suo inserimento si sarebbe andati poco oltre i 56 minuti, una durata più che normale per un live). La seconda critica è più di carattere personale: come si può non inserire in scaletta canzoni come Overdose, It’ s A Long Way To The Top (alla quale l’anno prima toccava addirittura chiudere i concerti) e T.N.T. (che trova in sede live la sua migliore incarnazione)!?!

Per questo non mi sento di dare le 5 stelle. Questa rimane in ogni caso una grande testimonianza della grandezza degli AC/DC con Bon Scott (anni luce migliori che con Brian Johnson), a pochi mesi dalla registrazione dei quel capolavoro che è 'HIGHWAY TO HELL'.

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