La critica ha sempre bollato gli Ac/Dc come un gruppo che -a parte l'era Bon Scott- si è sempre mantenuto uguale a sè stesso, non ha saputo rinnovarsi, sforna album-fotocopia, etc. Ritengo invece che il roccioso Hard Rock proposto dai Nostri esprima coerenza e tenacia piuttosto che ripetitività e mancanza di originalità: certo, un pezzo degli Ac/Dc è immediatamente riconoscibile sin dalle prime battute, ma è proprio questo che i loro fan (io mi annovero tra questi) vogliono! Ricordiamo come la supposta monotonia dei rockers venuti dall'Australia ha prodotto invece album imprescindibili come "Let There Be Rock", "Powerage", "Highway To Hell", "Back In Black".

"The Razors Edge" segna un discreto passo in avanti rispetto al preoccupante calo artistico-compositivo registratosi dopo il successo di "Back In Black". Gli anni '80 sono ormai alle spalle, i f.lli Young sostituiscono alla batteria Wright con il potentissimo Chris Slade, affidano la produzione dell'album a Bruce Fairbairn, e sfornano un album tutto sommato buono. L'esordio, "Thunderstruck", ti incenerisce. Il lungo intro in crescendo ci porta ad una deflagrazione di ritmo ed energia cui è impossibile resistere; i violenti riffs di Angus e Malcolm, le infuocate tonsille di Brian, le tremende bordate di Slade ai tamburi fanno di "Thunderstruck" una delle migliori songs del gruppo e in generale dell'intero panorama hard rock. Dopo la tiratissima "Fire Your Guns" e "Moneytalks" (altro episodio indimenticabile), ecco la title-track: imponente ed austera, "The Razors Edge" è forse la song più particolare scritta dalla band. Dopo queste prime quattro tracce, che valgono da sole l'acquisto dell'album, ecco i dolori: "Mistress For Christmas" non lascia traccia e pure "Rock Your Heart Out", dopo un inizio promettente, scivola via nel dimenticatoio. "Are You Ready" raggiunge la sufficienza, ma il resto dell'album - se si eccettua la pompatissima "Shot Of Love" - lascia a desiderare.

"The Razors Edge" non è affatto un capolavoro (a brani straripanti come "Thunderstruck" alterna altri -troppi- privi di interesse, messi giusto per far numero), ma getta solide basi per i successivi "Ballbreaker" (1995) e "Stiff Upper Lip" (2000).

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